La nascita della Cantina del Vermentino di Monti (Monti, Sassari)

Premessa

Come avrete ben notato dal titolo non mi limiterò a descrivere la Cantina del Vermentino, come essa si stia sviluppando o ancora la qualità e la particolarità dei suoi vini, bensì tratterò di come si è arrivati alla costruzione di questa imponente struttura, pilastro dell’economia e simbolo del paese di Monti.

Pensavo che mi sarei trovato davanti ad una storia come tante altre mentre non è stato proprio così.

Come ho scritto qualche articolo fa:

più importante del conoscere quello che ci circonda, sia il conoscere le origini del posto in cui vivi”

più continuo ad immergermi nella storia sarda (e del mio paese natio) e più sono fermamente convinto di questa mia affermazione. Troppe volte veniamo stupiti e conquistati dalle tradizioni, dai monumenti, le città o i luoghi fuori dal nostro habitat naturale, siamo attratti dalla loro storia e tutto ciò diviene citazione nei nostri discorsi, o anche esempi da seguire, e se pur tutto ciò è un arricchimento culturale notevole, diamo a queste splendide località e magnifiche realtà, un’importanza esagerata. Ma mi preme dire soprattutto che, senza renderci conto, spesso snobbiamo il posto in cui viviamo che invece ha certamente dei risvolti particolari accompagnati da aneddoti, storie, persone e spaccati di vita veramente interessanti ed inoltre molto importanti per chi come me vuole conoscere e capire le proprie origini e sapere da dove proviene.

E’ ovvio quindi che l’articolo sulla casa rurale non è solo fine a se stesso, ma diviene una sorta di preludio a quello sulla Cantina Sociale, perché io credo che oltre all’informazione sulle vecchie tradizioni vinicole e le antiche strutture e strumenti, esso possa far capire al lettore quanto potesse essere importante l’argomento Vino a Monti, e proprio per questo motivo credo che siano doverose le giuste informazioni sulle origini della Cantina del Vermentino.

Con la speranza di non annoiarvi, vi auguro una buona lettura !

La Cantina sociale del Vermentino

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Il nostro racconto incomincia dalla fine della seconda guerra mondiale, un periodo abbastanza ostico in cui il raccolto non produceva i risultati sperati.

Avversità meteorologiche ed il tracollo dei prezzi furano le cause principali.

Le prime erano dovute ad un periodo di siccità seguito dalla peronospora e l’oidio (funghi parassitari che, sviluppandosi su foglie e acini, possono rovinare l’intero raccolto), mentre le seconde erano dovute ai produttori continentali che inondarono l’isola con svariati prodotti a prezzi più concorrenziali.

Oltretutto, con la fine del periodo bellico, la crisi si accentuò ulteriormente perché non c’erano più i soldati che consumavano un elevata quantità di vino, e siccome i mali non arrivano mai da soli, contemporaneamente aumentava la produzione e l’importazione delle bibite ed il consumo della birra.

E’ chiaro che oramai si era giunti ad un punto in cui andava presa un’importante decisione per far fronte alla crisi, e quindi vennero avanzate e vagliate tre ipotesi:

  1. migliorare la qualità dei vini;

  2. la distillazione;

  3. creare delle cooperative.

Procedendo con ordine si può dire che:

  • non è semplice migliorare la qualità del vino dall’oggi al domani, ma occorrono tempistiche decisamente troppo lunghe per il poco tempo allora a disposizione;

  • per quanto riguarda la distillazione, a cavallo degli anni ’50, molti produttori distillarono i loro vini scadenti e invenduti, ma i risultati non portarono ad alcuna direzione;

  • la scarso “spirito cooperativistico”, tipico del caratteraccio sardo, non aiutò nel progetto delle cooperative, infatti in quel periodo il numero delle cantine sociali poteva contarsi sulla punta delle dita.

Nonostante la crisi, nel nostro territorio si verificò una netta tendenza verso la viticoltura, e quindi prese sempre più forma l’idea della produzione intensiva e la conseguente modernizzazione delle vigne.

Durante questo periodo anche a Monti molti proprietari terrieri presero la difficile decisione di investire i propri capitali per piantare vigneti. L’esperienza accumulata nel corso degli anni fu un importante vantaggio perchè permise di produrre un ottima uva ed inoltre di incrementarne la produzione. L’uva prodotta in paese veniva lavorata nelle poche cantine sociali presenti nell’isola e pian piano a Monti la viticultura assumeva una valenza economica sempre più importante.

Negli anni ’50 il paese attraversava una profonda crisi agraria e, a causa di questo, molte famiglie decisero di emigrare verso il nord d’Italia o in paesi Europei. Ma si sa che si fa “di necessità virtù” e quindi, nonostante tutto, cioè la dura realtà della crisi, con il poco lavoro e la conseguente emigrazione, essa ebbe i suoi risvolti positivi perchè le persone rimaste ebbero una notevole scossa e si misero al lavoro per indirizzare Monti verso la costruzione di una cantina sociale, nel tentativo di risolvere almeno una parte dei problemi. Questo primo gruppo di uomini che misero in moto l’ingranaggio per avviare il progetto della cantina sociale furono:

dott. Giovanni Agostino Corda, l’Avvocato Gavino Isoni (Assessore provinciale ed ex sindaco del paese), Pasquale Sanna, Corda Francesco Antonio (viticoltore), Giuseppe Lutzu (ex sindaco del paese), Mario Isoni, Elio Meloni (allora sindaco del paese), Silvio Mattioli (preside e fiduciario degli agricoltori), Battista Isoni (segretario politico della DC), dott. Nino Doddo, Pasquale Cabras (commerciante), Pasqualino Sanna e Giuseppe Meloni Satta (entrambi imprenditori).

L’iniziativa divenne molto importante e si allargò fino a coinvolgere viticoltori di altre zone, in particolare quelle di Padru e Telti che ambivano a distaccarsi dai rispettivi comuni di appartenenza: Telti da Tempio e Padru da Buddusò.

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Telti riuscì a diventare comune nel ’62 mentre Padru divenne comune solo nel ’96.

I viticoltori di questi due centri credettero fortemente in questa iniziativa, in particolare quelli di Telti, e dopo avere trovato un accordo comune ci si decise a fare il grande passo.

Era il 31 luglio del 1956 quando 22 viticoltori montini firmarono l’atto costitutivo davanti al notaio Mario Altea di Tempio dando vita alla cooperativa che sorse con il nome di “Cantina Sociale del Vermentino Monti-Telti”.

Finalmente la Cantina è nata, e con essa la speranza che le cose sarebbero potute migliorare, come del resto è avvenuto in seguito, e proprio per questo voglio con piacere ed orgoglio ricordare le persone che hanno reso possibile questo evento:

  1. Sanna cav. Giovanni Maria fu Pasquale;

  2. Isoni avv. Gavino fu Agostino;

  3. Franco Michele fu Battista;

  4. Sanna Giovanni Maria fu Michele;

  5. Colla Francesco Stefano fu Giuseppe;

  6. Meloni Francesco fu Giovanni Giuseppe;

  7. Marroni Luigi fu Giovanni;

  8. Lutzu Giuseppe fu Paolo;

  9. Sanna Gavino fu Giuseppe Antonio;

  10. Isoni Atonio fu Giuseppe;

  11. Sanna Pasqualino di Giovanni Maria;

  12. Isoni Elia fu Giuseppe;

  13. Mancini Francesco di Gavino;

  14. Corda Giovanni Agostino fu Pietro;

  15. Sanna Pasquale di Pietro;

  16. Cabras Pasquale fu Francesco;

  17. Abeltino Giovanni fu Quirino;

  18. Sanna Pasqualino fu Pietro;

  19. Isoni Mario fu Antonio;

  20. Nieddu Giovanni Maria fu Antonio;

  21. Cabras Giovanni Maria fu Francesco;

  22. Sanna Mario fu Giuseppe Antonio

Tra i comparenti (i 22 viticoltori) fu costituita una Società Cooperativa a Responsabilità Limitata che avrà la durata di trenta anni e potrà essere prorogata per deliberazione dell’Assemblea dei Soci.

Di seguito venne formato il primo Consiglio di Amministrazione, composto da:

  1. Corda dott. Giovanni Agostino;

  2. Isoni avv. Gavino;

  3. Mancini Francesco;

  4. Sanna Pasquale di Pietro;

  5. Lutzu Giuseppe;

  6. Sanna cav. Giovanni Maria;

  7. Colla Francesco Stefano

Ed, a loro volta, elessero Presidente il sig. dr. Corda Giov. Agostino ed a Vice Presidente il sig. Gavino Isoni. In seguito vennero composti il Collegio dei Sindaci, i Sindaci Supplenti e le varie cariche sociali.

Nel ‘57, anno successivo alla creazione dell’atto costitutivo, avvenne una riunione molto importante tra i viticoltori di Monti, Telti, Berchidda ed Oschiri. Presenziarono viticoltori e persone politicamente con idee e ruoli diversi, tra cui:

  • l’avv. Gavino Isoni (Assessore Provinciale, democristiano);

  • Elio Meloni (l’allora Sindaco di Monti);

  • il dott. Giangiorgio Casu (Assessore regionale dell’agricoltura, sardista).

(Prima di proseguire vorrei darvi un consiglio, tenete a mente il dott. Giangiorgio Casu perchè , l’anno successivo a questa riunione, sarà coinvolto in una particolare vicenda che avrebbe potuto portato a dei risultati disastrosi al paesino di Monti).

Dopo un ampio dibattito furono prese, all’unanimità, importanti decisioni:

  1. poiché a Berchidda l’attività principale era quella zootecnica, sarebbe stata creata una “Latteria Sociale” che avrebbe avuto il compito di raccogliere la produzione dei quattro comuni rappresentanti a quella riunione;

  2. poiché a Monti l’attività principale era quella della viticoltura, sarebbe stata costruita una “Cantina Sociale” con il compito di raccogliere il prodotto del territorio di Monti, Telti, Berchidda e Oschiri.

In conclusione: Monti avrebbe rinunciato alla “Latteria Sociale” e, viceversa, Berchidda avrebbe rinunciato alla “Cantina Sociale”.

Fu un avvenimento molto importante perchè, oltre al risultato ottenuto, si ebbe un forte spirito di collaborazione in cui venivano eliminate quelle antiche divisioni campanilistiche che per troppi anni erano rimaste uno scoglio insormontabile.

Tra il ’57 ed il ’58 si unirono alla cantina 115 viticoltori, venne completato e approvato (dell’assemblea dei soci) il progetto dello stabilimento e venne acquistata l’area (circa 14.360 mq) in cui sarebbe stato costruito lo stabilimento stesso.

Accadde, però, un fatto strano nei primi giorni di giugno del ’58.

L’allora Sindaco di Monti Battista Isoni, subentrato ad Elio Meloni, faceva ritorno in treno, da Cagliari, in compagnia dell On. Giangiorgio Casu (Assessore dell’agricoltura). Durante il viaggio i due parlarono di politica, affari, amministrazione, partiti e di agricoltura. Giunti alla fermata di Berchidda, nel salutare il Sindaco Isoni, l’On. Casu disse:

penso che tu possa adoperarti per convincere i montini ad aderire, oltre che alla “Latteria Sociale” anche alla “Cantina Sociale” che abbiamo deciso di costruire a Berchidda, perchè i montini non riusciranno mai a farne una”.

Giunto in paese Battista Isoni convocò immediatamente una riunione (al quale parteciparono dott. Corda, l’avv.Isoni e Antonio Isoni), in cui espose i fatti accaduti. Essi destarono incredulità, amarezza e indignazione ma nonostante ciò si misero tutti al lavoro contattando gli amici più influenti per dare battaglia.

Il Sindaco scrisse una nota di protesta indirizzata all’On. Antonio Segni (Ministro dell’agricoltura), Salvatore Stara e Nino Costa (entrambi Assessori regionali) e, oltretutto, per aver più peso ed importanza raccolse le firme di tutti i segretari politici democristiani della Bassa Gallura.

Tutto ciò avvenne in tempi brevissimi e, grazie l’aiuto di tutti quanti, riuscì all’ultimo a consegnare la lettera e le firme all’On. Segni illustrandogli l’intera situazione.

Fu così che il 2 aprile del 1959 iniziarono i lavori per la costruzione della Cantina Sociale.

Furono mesi di duro ed intenso lavoro, più di una volta gli operai si ritrovavano a fare anche i turni notturni pur di rispettare i tempi di realizzazione, nella consapevolezza che si stava partecipando alla costruzione di un’opera determinante per l’economia futura del paese.

Il nostro viaggio su come è nata la Cantina Sociale si conclude con un evento storico per il piccolo paesino di Monti.

Il 29 giugno del 1959, riuscitosi a liberare dagli impegni che un alta carica del suo calibro ricopriva, fece tappa a Monti l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Antonio Segni. Fu evento storico perchè mai era capitato che una così alta carica dello Stato aveva messo piede in paese. L’On. Segni era stato fondamentale per l’avvio della costruzione della Cantina Sociale e non poté mancare per l’inaugurazione (anche se ormai i lavori erano a buon punto).

Con il passare degli anni le difficoltà non vennero a mancare, ma ormai la Cantina Sociale era sorta e non solo si stava ritagliando un suo spazio nel panorama della viticoltura diventando conosciuta per il rinomato Vermentino da cui si produce fra i tanti vini anche il “Funtanaliras“.

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Il vermentino di Gallura, che dopo aver ricevuto nel 1996 il più alto riconoscimento con la denominazione d’origine controllata e garantita, riveste ad oggi nel panorama sardo il più alto grado d’importanza tra i vini autoctoni. 

Oltre ad essere riconosciuta per la bontà dei sui vini la Cantina Sociale di Monti è, ormai, famosa per la “sagra del Vermentino”. Quest’anno si svolgerà nella prima domenica di Agosto (come del resto ogni anno), la ventitreesima edizione, ed è speranza di tutti che possa essere una edizione, se possibile, ancora migliore di quella precedente.

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Conclusioni

I fatti narrati con i relativi dati, sono tratti dal libro “Monti e la sua cantina” scritto da Giuseppe Mattioli. E’ un libro scritto molto scrupolosamente ed ogni informazione è stata presa da documentazione ufficiale, atti ed intervistando persone che hanno vissuto quel periodo.

Non è stato semplice scrivere questo articolo perchè rischiavo di renderlo lungo, noioso e pesante da leggere e mi sono reso conto che ci sta tanto di cui parlare.

Spero che possiate trovare queste notizie ben narrate ed interessanti come lo sono state per me.

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