Alla scoperta dal fiume S’Eleme (Monti, Sassari)

La mia escursione prende inizio nelle campagne del comune di Monti, il mio piccolo centro urbano immerso in un enorme e meraviglioso contesto ambientalistico caratterizzato dalla presenza di un complesso forestale, appartenente al demanio della Regione Sardegna, di poco più di 2mila ettari

Immagine 1 – In rosso, l’ubicazione del demanio di Monte Olia

Immagine 2 – Fungono da confine; a nord le fasce dell’antincendio (visibili dalla forma a zig e zag), a sud il fiume S’Eleme,
ad ovest recinzioni mentre ad est con la ss139

L’area forestale in questione si chiama Monte Olia (immagine 1 e 2) ed in questo racconto cercherò di descrivervi quella che per me è stata una giornata inaspettatamente meravigliosa alla scoperta non tanto dell’area forestale, bensì del fiume che la separa dal demanio di Bolostiu (comune di Alà dei Sardi); il Rio S’Eleme.

Immagine 3 – Fiume S’Eleme

Giornata bella e soleggiata con meravigliosi scorci panoramici che mi permettevano di intravedere la bella montagna del Limbara ad ovest e la foresta di Bolostiu a sud. Ho attraversato la foresta lentamente per poter ammirare il paesaggio intorno, con l’intento di potermi imbattere con la fauna locale e quest’idea di percorso ha prodotto i risultati sperati perché sono riuscito a vedere un cervo con tutta la famiglia.

Immagine 4 – Montagna del Limbara

Finalmente, dopo circa due ore di escursione, gli alberi cominciano a diramarsi per dar spazio ad un angolo di paradiso naturale che non trova parole per essere descritto; enormi pareti rocciose si mostrano in tutta la loro grande selvaggia fierezza, e la vallata si distende a perdita d’occhio.

Immagine 5 – Nel fiume S’Eleme

Comincia la mia avventura sul fiume in cui dovrò prima arrivare a località “Su Pinu” e poi giungere a località “Amultana”.

Nella prima parte le uniche indicazioni utili per potersi orientare sono riferite ad alcuni pali in legno dislocati a diversi metri di distanza l’uno dall’altro, comunque ben visibili e ad un antico muretto a secco, sul quale non è sempre stato necessario doverci fare affidamento, visto che in diversi tratti si poteva camminare agevolmente sul letto del fiume.

Immagine 6 – Palo in legno e muretto

Immagine 7 – Muretto

Nonostante il lungo periodo siccitoso erano ancora presenti delle pozze d’acqua, non sempre facili da aggirare sulle sponde rocciose del fiume ma, nonostante tutto, le difficoltà ed il sudore sono ripagate da un paesaggio con oasi incantevoli, specchi d’acqua da far venire voglia di tuffarsi e che fanno dimenticare la fatica, però la strada è lunga e con essa anche le insidie, così rinuncio all’idea del tuffo; sarà alla prossima!

Immagine 8- Verso località Su Pinu

Proseguendo verso la mia prima meta, località “Su Pinu”, non posso che ammirare la maestosità del posto sentendomi come una piccola formica che esplora quasi timida un mondo che dà l’idea dell’infinito, dove il silenzio regna sovrano spezzato solo dal rumore di qualche animale che si muove tra i cespugli. Le pareti laterali non sono delle semplici rocce grigie, ma sprigionano vita, merito del fatto che lungo in alcuni tratti si possono intravedere residui dell’antica foresta mesofila di leccio. Attraverso il sito di “Sardegna Foreste” ho scoperto che lo si può notare dalla presenza di formazioni rade, molto ben rappresentate nello strato arbustivo, costituito, prevalentemente da corbezzolo, erica, lavanda, cisto oltre allo stesso leccio. Oltretutto nei due versanti opposti del fiume, sono presenti numerose aie carbonili, dislocate lungo una rete di antiche carrettiere, che testimoniano l’esistenza e l’imponenza originaria di questa formazione forestale.

Immagine 9 – Arrivo  a località Su Pinu

Cullato dalla bellezza della natura circostante e accompagnato da temperature più simili a giugno che ad ottobre, giungo finalmente a località “Su Pinu”. Un luogo imponente, in cui la pace fa da padrona, caratterizzato dalla presenza di una bellissima oasi e completamente distaccato dalla civiltà.

Immagine 10 – Foto di località Su Pinu scattata nel periodo primaverile

Purtroppo il tempo scarseggia; piccolo break e si riparte verso località Amultana.

Immagine 11 – Foto di località Su Pinu scattata nel periodo primaverile

Se durante la prima parte del percorso le difficoltà non sono mancate, in quest’ultima zona tendono ad aumentare per via dei passaggi (obbligati) sulle pareti rocciose del fiume. Omini di pietra sono stati realizzati per potersi orientare nel miglior modo possibile, ma nei passaggi laterali non è presente alcuna corda, gancio o attrezzi che consentano di passare in sicurezza con l’ausilio di corde e moschettoni.

Quindi, voglio precisare che in questo tratto del percorso è importantissimo avere le mani libere e potersi aiutare in quei passaggi che presentano insidiose difficoltà.

Immagine 12 – Omini di pietra; le uniche indicazioni di questa seconda parte

Passaggi che, nonostante la non facile percorrenza ed altezza, sono accessibili se affrontati con attenzione (tranne per chi soffre di vertigini).

Immagine 13 – Verso località Amultana

Proseguo con difficoltà ma con altrettanta gioia, alimentata dalla bellezza della natura circostante e dall’arrivo all’ultima località della giornata; Amultana.

Immagine 14 – L’arrivo a località Amultana

In questo luogo si nasconde una piccola gemma di Monte Olia simile ad un enorme piscina i cui i bordi sono delle magnifiche pareti rocciose, caratterizzate dalla presenza di lecci e sughere.
L’ingresso di questa piscina è caratterizzato da una piccola spiaggia in cui ci si può sedere a sentire lo scorrere dell’acqua ed il suono della foresta circostante, oppure fare il secondo tuffo.
“Sarà per la prossima anche questo!”.

Immagine 15 – La perla di località Amultana, foto scattata nel periodo primaverile

Immagine 16 – Pausa pranzo

Mi siedo nella piccola spiaggia, godendomi il mio pranzo a sacco e la meravigliosa pace che regna sovrana in questo luogo sperduto nel cuore della foresta di Monte Olia.

Immagine 17 – Uno sguardo dall’alto

Dopo pranzo riprendo il cammino con il sole ancora a tenermi compagnia, raggiungendo la strada che mi ricondurrà all’interno della foresta demaniale. Risalgo la sterrata e lascio questa meravigliosa vallata alle spalle provando già nostalgia, conscio del fatto che le piogge sono imminenti e che non rivedrò presto questa bellezza.
Ora però guardo avanti e inizio a muovere lentamente i piedi, ricordandomi che mi attende ancora tutta la strada del ritorno.

Immagine 18 – La fine di un lungo viaggio

Prima di salutarci ci tengo a precisare che all’inizio del trekking bisognerà passare in campagne private in cui, però, è presente un sentiero non ben visibile (successivamente si collega ad una strada sterrata), ma che ci permette di poter arrivare fin su al demanio senza dover scalvare cancelli o reti; siate rispettosi! A causa della totale mancanza di segnaletica (fin dalle prime fasi del percorso) consiglio l’uso del GPS, anche all’interno del demanio.

Vi lascio QUI il collegamento al mio profilo sulla piattaforma WIKILOC, da cui potrete visionare più nel dettaglio la traccia GPS e (volendo) poterla scaricare. 

 

 
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