Gairo vecchio (Nuoro)

Probabilmente il paese fantasma più famoso della Sardegna, il cui nome deriva dalle parole “ga” e “roa”, ovvero “Il paese che scorre”. Mi trovo oggi nella provincia dell’Ogliastra, in un paese che ho sempre voluto visitare per via della sua storia e del fascino misterioso che lo avvolge: Gairo.

Immagine 1 – L’ubicazione del Comune di Gairo

Il paese di Gairo si trova sul pendio di Monte Trunconi che domina sulla valle del rio Pardu, circondato da un ambiente molto suggestivo, immerso nei boschi e dominato da monumento naturale di “Perda ‘e Liana”, un monte alto 1927 mt che domina tutta l’area del Gannargentu.

Immagine 2 – Paese di Gairo vecchia

La sua ubicazione è la causa dei problemi che colpirono questo borgo del nuorese.

Immagine 3 – Nel paese di Gairo vecchia

La nostra storia ha inizio alla fine del XIX secolo, da quando ebbero inizio una serie di violenti nubifragi che provocarono frane e smontamenti per circa mezzo secolo. L’alluvione peggiore, però, quello che diede il colpo di grazia al paese, fu nel 1951. Le cronache raccontano di cinque giorni di piogge e vento incessanti in Ogliastra che resero il nucleo originario di Gairo insicuro per persone e animali.

Immagine 4 – Nel paese di Gairo vecchia

L’enorme quantità di acqua caduta dal cielo trasformò le vie in furiosi torrenti, facendo scivolare ineluttabilmente il terreno verso valle. Il borgo non fu più sicuro e venne pian piano abbandonato per ricostruirlo altrove (le ultime persone se ne andarono nel decennio successivo).

Immagine 5 – Le vie di Gairo vecchia

Purtroppo i problemi non finirono con il terribile alluvione ma proseguirono con il mancato accordo sul luogo in cui costruire il nuovo centro. Fu per questo motivo che nacquero:

  • Gairo Sant’Elena, denominata la “nuova” Gairo, costruita un centinaio di metri più a monte della precedente Gairo;

  • Gairo Taquisara, edificata a pochi chilometri di distanza;

  • Gairo Cardedu, costruita sulla piana vicino al mare, la quale poi divenne Comune autonomo.

Oggi Gairo vecchia, in seguito alle vicende storiche e alla sua particolare bellezza, continua da attirare turisti da ogni dove. Si potranno vedere i ruderi degli edifici rimasti, ed essendo stata costruita su un ripido pendio conserva ancora le strade a dislivelli comunicanti con scale, viottoli pedonali e mulattiere realizzati prevalentemente in granito, scisto e altre rocce del luogo. Le strade le si trovano disposte orizzontalmente e su livelli sfalsati lungo il pendio, perché delimitavano i terrazzamenti sui quali sorgevano le costruzioni.

Immagine 6 – I resti di Gairo vecchia

Le case avevano due entrate, quella a monte e quella a valle ed erano strutturate in favore di una vita umile e volta alle necessità primarie. Solitamente era distribuita in sole tre stanze:

  1. la cucina (“sa cogina”) era il cuore della casa, in cui si trascorreva la maggior parte del tempo. Spesso veniva anche usata come rifugio per gli animali (non tutti potevano avere le stalle), cosicché il latte veniva prodotto direttamente in casa;

  2. la camera da letto (“sa domu de lettu”) era la stanza dei coniugi, spesso anche usata per far partorire la donna;

  3. la soffitta (“s’istassu”), invece, aveva diverse funzioni. Veniva usata come luogo in cui scaricare “i propri bisogni” (proprio quelli che state pensando), dato che era il luogo dello scarico delle acque piovane. Oltretutto veniva anche usata come magazzino per le provviste o per far dormire le figlie. I figli erano i più fortunati in quanto potevano dormire direttamente in cucina (l’ambiente più caldo della casa).

Se vi state domandando dove potessero andare i meno fortunati che non disponevano della soffitta, la risposta è semplice: dovevano recarsi al ruscello.

Immagine 7 – I resti di Gairo vecchia

Documentandomi sulla storia di Gairo ho potuto leggere che nell’abitato non esistevano zone povere e zone lussuose, probabilmente a causa delle modeste dimensioni dell’abitato ma anche perché si cooperava senza distinzioni di casta. Infatti spesso e volentieri la casa del ricco si trovava a ridosso di quella del povero.

Immagine 8 – I resti di Gairo vecchia

Addentrandomi in questo borgo la sensazione di abbandono aumenta nello osservare la vegetazione farsi strada nei resti delle case. Sbirciando dalla strada dentro di esse, si potranno ancora vedere caminetti, scale, finestre e pareti dipinte di azzurro. Sicuramente la bellezza del paesaggio circostante nel periodo primaverile attribuisce a questo luogo un fascino aggiunto, ma la fortuna di averlo potuto vedere in una giornata grigia e fredda, mi ha dato l’impressione di un’atmosfera incantata e fuori dal tempo.

Immagine 9 – I resti di Gairo vecchia

Vi saluto dicendovi che per questione di sicurezza è vietato entrare o avvinarsi alle vecchie case, visto il loro ben evidente stato di abbandono. Motivo per cui vi consiglio di non fare azioni avventate ma di godervi semplicemente la magia di Gairo “vecchia”.

Al prossimo articolo.

 

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