Il Banco del triplete

Premessa

Come di consueto Emanuele ci delizia con i suoi articoli sportivi.
In seguito all’esonero di Meo Sacchetti è bello poterlo ricordare per le imprese storiche ottenute nella stagione 2014-2015.
Buona lettura.

Il Banco del triplete

Il 26 Giugno 2015 è stata una data storica per lo sport in Sardegna. In quella serata di inizio estate infatti la città di Sassari ha conosciuto la gioia della vittoria del tricolore grazie alla splendida cavalcata della Dinamo, culminata con la vittoria finale in gara 7 contro Reggio Emilia. Da terra del Vermentino e Pecorino la Sardegna si è scoperta in questi anni essere anche terreno fertile per praticare la palla a spicchi.

Non bastavano le vittorie in Coppa dello scorso anno e di quest’inverno; ci voleva l’acuto che mettesse gli isolani sulla cartina del basket italiano, e così è stato. Nell’albo d’oro, la 93° edizione del massimo campionato italiano di pallacanestro maschile verrà da oggi in avanti ricordata come il primo successo della Dinamo Sassari. Non solo, la stagione è stata talmente proficua da regalare ai tifosi biancoblu uno storico “triplete“, con vittoria sia della Coppa Italia che nella Supercoppa (sempre contro l’Olimpia Milano).

beko_supercoppa_2014_festeggiamenti_20141014_1780470767

L’annata che ha portato allo storico trionfo è stata sempre vittima di alti e bassi, con una squadra (a detta di molti) brava più ad offendere che a difendere, ottima ad attaccare ma imprecisa nel coprirsi. Ma al sanguigno coach Meo Sacchetti questo ha sempre importato poco, lui ha proseguito per la sua strada (tracciata nei tanti anni di permanenza sulla banchina sassarese), sapendo che anche giocando così le vittorie sarebbero arrivate. Alla fine della stagione regolare di vittorie ne arrivano ben 19 (a fronte di 11 sconfitte) e il quinto posto nel tabellone dei play-off, insieme al secondo miglior attacco della Lega.

Dai trionfi nelle coppe, però, Sassari ha preso la consapevolezza che si può ribaltare un pronostico sfavorevole e vincere anche se non si ha il vantaggio del fattore campo. Il primo turno contro la “sorpresa” Trento è sintomatico dell’intera stagione biancoblu: perde malamente Gara 1 contro i ragazzi di Buscaglia, si riscatta alla grande fuori casa in Gara 2 e fa suo il passaggio del turno con 2 ottime gare casalinghe al PalaSerradimigni. Insomma il solito sali e scendi, le solite montagne russe a cui, però, i tifosi della “terra del mirto” sono abituati.

Il secondo turno è contro Milano, al meglio delle 7 (non più delle 5 gare), le trasferte si fanno sentire e le partite sono più ravvicinate che durante la stagione regolare. Ma Sacchetti e i suoi conoscono a memoria la squadra campione in carica e, come se non bastasse, l’hanno già battuta in finale di Coppa Italia 101-94 il 22 febbraio. Il destino, quindi, le mette di nuovo una contro l’altra. La serie è da cardiopalma: Sassari vince gara 1 al Mediolanum Forum di Assago e si porta avanti nella serie addirittura 3 a 1; ma i cali della squadra sono sempre dietro l’angolo. Milano vince in casa, fa la gara della vita in gara 6 e sbanca il PalaSerradimigni: si va a gara 7. A Milano. Pubblico ostile e giocatori avvelenati.

Sacchetti prima della gara non sembra particolarmente coinvolto, spiega le solite cose ai ragazzi con estrema semplicità, per lui è già un successo essere arrivato a giocarsela fin lì. Lui che questa squadra l’ha costruita mattone dopo mattone, allenamento dopo allenamento portandola così in alto. L’Olimpia vuole vendicarsi, ma la sera del 10 Giugno il tabellone mette a referto un 86 – 81 per Sassari dopo un estenuante supplementare. Si va in finale per la prima volta. Già così sarebbe un gran risultato per i giocatori.

Vediamoli chi sono questi “giganti” in canotta biancoblu:

  • nel ruolo di playmaker c’è Jerome Dyson, statunitense dal Maryland, arrivato in Italia tramite Brindisi. Ottimo palleggio, un po’ egoista ma decisivo nei momenti salienti, la palla va data necessariamente a lui quando “scotta”. Come cambio ha il giovane Edgar Sosa, dominicano; estroso, giocoliere, innamorato della palla, ma anche uno che cambia ritmo alla gara partendo dalla panchina;
  • al loro fianco, a giocare da point-guard, David Logan, da Chicago. Sguardo da “killer”, è la rappresentazione sul campo di quella che è stata la stagione di Sassari: a volte si “eclissa” per interi minuti per poi ritornare prepotentemente in gara con una serie di canestri consecutivi: sali e scendi appunto. Leader silenzioso del gruppo e ottimo portatore di palla;
  • sulle ali Brooks e Sanders. Due giocatori, ovunque sul campo: a rimbalzo, in attacco, in difesa, nel contropiede o a marcare. Sacchetti li sfrutta tantissimo e loro rispondono sempre presente. Rakim “The Dream” Sanders verrà poi premiato come MVP del torneo. A dargli un attimo di “respiro” nei cambi il camerunese Kadji, jolly della squadra;
  • Infine il pivot, il centro: Shane Lawal. Il nostro campionato l’aveva già vissuto con la maglia di Verona mostrandosi già ad altissimi livelli. La Dinamo lo riprende dalla B.C. Astana per farne il dominatore nella propria zona di pitturato sotto canestro: ottimi numeri e doppia-doppia garantita quasi ogni sera. Al “povero” Mbodj preso a dicembre per essere il suo cambio restano solo briciole di minutaggio;
  • infine ci sono gli italiani, lo “zoccolo duro” della squadra: da capitan Vanuzzo, allo specialista da 3 DeVecchi, dal figlio di Meo , Brian Sacchetti, al tuttofare Formenti fino a Merella e Chessa. Tutti insieme si apprestano a vivere le “Finals” contro Reggio Emilia.

1624290-34483598-1600-900

La stagione dura, i tanti impegni (non dimentichiamoci che quest’anno, Sassari, ha giocato anche la sua prima Euroleague in virtù del buon campionato del 2014) e il fattore campo a sfavore vedono però i sardi ancora una volta dal lato degli sfavoriti. Ma i ragazzi si fanno coraggio, chi gioca qui da tempo fà da collante per la squadra e ricorda a tutti i sacrifici che si sono fatti da quando ancora si era in serie B.

Le finali iniziano il 14 Giugno e le prime due gare per Sassari sono una tragedia: la Pallacanestro Reggiana vince facilmente davanti al proprio pubblico e la squadra di Menetti sembra ipotecare il successo finale. Ma si torna in Sardegna: e li cambia la storia. Forse sarà stato l’affetto del proprio pubblico o il calore che solo la Terra dei nuraghi sa dare, ma la squadra si trasforma e cambia radicalmente: le solite montagne russe e il solito gioco altalenante di tutto l’anno, verrebbe da dire. Fatto sta che Gara 3 e Gara 4 saranno, per la Dinamo, 2 partite tiratissime: la seconda finisce addirittura al supplementare 94 a 90.

Si torna a Reggio e ancora si perde. Tutto da rifare. Gara 6 è da dentro o fuori e ne esce fuori forse la gara più bella mai vista su un parquet di basket in Italia. Spalle al muro Sassari non vuole saperne di perdere, dal canto suo Reggio vuole vincere e festeggiare quello che ,anche per loro, sarebbe il primo titolo nazionale. Si giocano addirittura 3 supplementari, con il pubblico entusiasta di vedere alcune giocate magnifiche. Alla fine la spunta la Dinamo 115 – 108. Si va a gara 7, come è giusto che sia: due ottime formazioni si giocheranno tutto in una gara secca.

E qui la storia la conoscete. Primo quarto di gara che definire “orrendo” è quasi un eufemismo: 21 – 4 per la Grissin Bon. Eppure sulla panchina di Sassari sembrano non preoccuparsene, Saccheti è, al solito, impassibile e spiega sempre gli stessi schemi (è il SUO modo di far basket, non si cambia proprio quella sera), anche i giocatori e i tifosi sugli spalti sembrano tranquilli: quasi che tutti sapessero già che , come è stato per tutta la stagione, la montagna russa adesso li avrebbe riportati in alto.

Così è stato: splendido secondo tempo della partita, recupero formidabile e canestro della vittoria di Logan (di tabella) : FINALE 75 – 73.

cover_storia_1960-2014

La Dinamo è Campione d’Italia, la storia è stata riscritta !!

Il nostro grande merito: una durezza mentale incredibile che ci ha permesso di rimettere in piedi partite che sembravano finite

[Romeo Sacchetti]

d2c6bbc7e64b3

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.