Quando la musica ce l’hai in casa

Dico sempre che prima di conoscere quello che ci circonda, sarebbe giusto apprendere le cose in cui viviamo ed io ho toppato alla grande.

Ero talmente preso da voler parlare di tante cose riguardanti la Sardegna ed intervistare diverse persone che mi sono dimenticato di una che è stata (e lo è tutt’ora) molto importante nella mia vita: mio padre.

Ho la fortuna, ed il privilegio, di potermi vantare di avere un babbo che fa il musicista e che mi ha fatto crescere nel mondo della musica. Ricordo ancora quando, da piccolo, vidi il primo cartone animato inerente alla musica ed era una di quelle storie che, a parer mio, considero un capolavoro della Disney: Fantasia. Ho usurato quella cassetta (vecchi tempi) a furia di guardarmi il cartone animato ma, da li in poi, la mia voglia di conoscere il mondo musicale è diventata sempre più forte.

Premetto che non sarà questa l’occasione in cui parlerò di come babbo (c’è chi li chiama papà, chi papi ed io, invece, babbo) è entrato nel mondo della musica e sarà un occasione per scriverci un articolo a parte, ma è pur sempre un’opportunità per cominciare.

Io sono cresciuto con un padre che, nonostante fosse diplomato in organo, ha sempre suonato la tastiera. L’ho visto suonare con gruppi musicali, in albergo, in serate da piano bar, ai matrimoni, l’ho visto accompagnare delle corali con l’organo ed insegnare a suonare ma una cosa che lo ha sempre accompagnato è l’attività parrocchiale.

Quando ero più giovane (all’età di circa 15 anni, credo anche qualcosa in meno) ricordo ancora che una delle prima corali con cui collaborò era quella di Su Canale (piccola frazione del Comune di Monti), periodo in cui il parroco era povero Don Renato.

Con il passare degli anni riuscì a formare nel paese di Monti, grazie all’aiuto dell’allora parroco Don Luca, una corale composta da una trentina di membri maschili e femminili. Formare gruppi di questo tipo all’interno di piccole realtà paesane non è mai semplice, sia perchè l’interesse verso attività simili non è rilevante ma anche perchè delle volte esiste parecchia riluttanza, preconcetti (vista l’attività nella chiesa con la conseguente irrisione o poca attenzione ai brani che vengono eseguiti) e timidezza.

Il coro prese il nome di “Corale San Paolo” ed andava ad aggiungersi all’altro coro, già esistente (composto esclusivamente da maschi), che è la “Confraternita San Gavino Martire”, diretta dal Maestro Deriu.

Diverse sono state le occasioni con cui questo coro si è fatto conoscere, partecipando a concerti in collaborazione con altre corali oppure cantando alle messe di matrimoni o ancora a tutte quelle attività che riguardano l’ambito parrocchiale.

Con il passare degli anni un’altro coro si è interessato alle capacità musicali di babbo: sto parlando del “Coro polifonico Oschirese”.

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Faccio un piccolo passo indietro, discorso che poi si ricollegherà all’evento di cui vi andrò a parlare e che si svolgerà il prossimo 28 novembre.

Oltre ad aver avuto sempre un ottimo orecchio nell’ascoltare un brano e saperlo riproporre con il pianoforte è stato parecchio bravo nel saper scrivere canzoni e, di conseguenza, poterle adattare ad ogni esigenza.

Per il prossimo 28 novembre la Corale Polifonica Oschirese, o meglio “ L’Associazione Polifonica del Piccolo Grande Coro Oschirese” ha organizzato l’ottava edizione del “Festival Internazionale Corale” denominato “Tra Sacro e Profano”, una serata musicale dedicata ai cori (evento che ogni anno si ripete verso la fine di questo mese), e quest’anno parteciperanno le corali di Bonarcado, Bitti (con due Corali una maschile e l’altra femminile), Sarule e Oschiri stessa.

Sfortunatamente per la corale oschirese solo in poche occasioni ha avuto modo di poter ospitare cori esteri (il “Coro di Istanbul” ed il “Coro di Budapest”), e cori italiani (il “Coro di Milano”) mentre gli altri anni hanno sempre ospitato cori sardi.

Ricollegandomi al discorso che ho fatto prima, e cioè che lui è bravo (oltre a suonare) anche a comporre musica, in questa occasione, con l’ausilio della presidentessa Giovanna, si occuperà della parte organizzativo/artistica ed alcuni dei brani che verranno cantati dalla corale oschirese sono scritti da lui stesso.

I componenti sfileranno per il paese fino alla chiesa che ospiterà la serata e che quindi vedrà il suo svolgimento con l’esecuzione di brani tratti dal repertorio sardo tradizionale e molto più recente, altri brani composti e/o arrangiati dai maestri che dirigono i vari gruppi e qualche brano non legato alla tradizione ma sempre scritto da musicisti sardi.
I brani finali saranno un preludio dedicato al Natale per un augurio anticipato che sia di buon auspicio.

Come sempre accade in queste occasioni un rinfresco porrà termine alla serata, per suggellare l’amicizia con i cori e rispettare la tradizionale ospitalità, inoltre si getteranno le basi per future collaborazioni e scambi.

Prima di salutarci vorrei fornirvi qualche informazione in più.

L’Associazione Polifonica del Piccolo Grande Coro Oschirese” vanta un curriculum artistico impressionante.

Dal 2001, anno dell’esordio, a oggi hanno fatto ben 14 Tournée: Svizzera (2005), Argentina e Spagna (2006), Rep. Ceca (2007), Argentina e Roma (2008), Palma de Mallorca (2009), Croazia (2010), Parigi/Bologna e Istanbul (2011), Austria (2013), Val Pusteria (Alto Adige) (2014) ed infine Polonia (2015).

Insomma un grande curriculum per una grande corale che vanta un grande Maestro: mio padre.

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Per altre informazioni mandatemi un email all’indirizzo: [email protected]

 

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One Reply to “Quando la musica ce l’hai in casa”

  1. Giovanna says:

    Grazie Gabry per l’articolo…ricco di sentimenti e di amore allo stato puro. È stata una grandissima serata degna di un grande Maestro quale è tuo babbo, che con il suo carisma e la sua giovialità èriuscito a conquistarci .
    Un abbraccio Gio’..

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