Giuseppe Meloni… “Ereditai la passione per la falegnameria da mio nonno …. era nel ’72 quando comincia a lavorare i primi pezzi di legno!”

Era da un po’ di tempo che, passando per la strada che porta al santuario di San Paolo Eremita , vedevo in campagna una di quella capanne che i pastori utilizzavano (e tutt’ora utilizzano) come riparo dal sole torrido o dalle forti piogge ma, soprattutto, dove si riunivano attorno al fuoco, tra un pezzo di formaggio e un bicchiere di buon vino.

Il nome, in sardo Montino, di questo tipo di capanna è Su Pinnettu.

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Incuriosito di chi avesse costruito questa struttura mi sono andato ad informare scoprendo che il costruttore è un certo Giuseppe Meloni.

Riuscendo a prendere un appuntamento con Giuseppe, ci ho fatto una chiacchierata scoprendo diverse cose interessanti.

Nato a Monti nel ’58, ha iniziato a lavorare giovanissimo in panificio (aveva 14 anni) e solo nel ’72 ha iniziato a creare i primi lavori di falegnameria.

L’idea del Su Pinnettu è nata casualmente, da un semplice lavoro di pulizia del terreno ha utilizzato i materiali di scarto presenti in esso e, pezzo dopo pezzo, ha finito questa piccola opera nel giro di 3 anni.

Vediamo un po’ come viene fatto Su Pinnettu.

E’ una capanna circolare con basamento in pietre a secco sul quale poggiano pertiche di legno (Fuscalzos) che si uniscono in alto (Su puntacude) formando un cono. Tutt’intorno si mettono dei rami flessibili (Sas tempias) che collegano ad anello le pertiche fra di loro e che faranno da base allo strame di copertura. Tra “una tempia” e l’altra si dispone la paglia di grano (Su fenu trigale) a mazzetti e si fissa con legacci ottenuti da rami di rovo (Presolzos de ruu). Nella disposizione, si parte dal basso verso l’alto affinchè le fasce di paglia si sovrappongano e permettano all’acqua piovana di scorrere senza filtrare all’interno. Al posto della paglia si può usare il falasco (Sa uda), il cisto (Su muddeju) o altri tipi di fronde di alberi o di cespugli.

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Girando per la Sardegna ne vedrete tante e diverse perchè la bellezza di questa capanna sta, anche, nel fatto che ognuno (partendo dai concetti base detti sopra) le costruisce in maniera diversa. Troverete quella con un tetto più alto, una con uno più basso, alcune avranno una base più larga altre strette e così via.

Al suo interno, Giuseppe, l’ha arredata con quelli che sono gli oggetti (originali quasi tutti), tipici della cultura sarda legata a “Su Pinnettu”. È chiaro che sarebbe troppo lungo parlare di ogni singolo oggetto presente all’interno di questa bellissima costruzione, però come potete immaginare ci sono pentole, ci sono attrezzi con i quali è possibile cucinare, arnesi in cui è possibile appendere mestoli o salsicce etc., sono tutti oggetti di nomale uso ma tutti con un aspetto e un gusto veramente particolare.

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La prima cosa che mi è saltata all’occhio non appena ho messo piede all’interno però, è stato un bellissimo tavolo (realizzato da Giuseppe) col ginepro e granito.

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Siccome il tavolino è veramente particolare, oltre che bellissimo, ho chiesto per curiosità, a lui, se con il legno realizzava altre cose, ed è stato allora che ho scoperto la passione che coltiva, che è legata alla tradizione, agli usi della nostra terra. Quindi mi ha mostrato oggetti che chiaramente non hanno niente a che fare con Su Pinnettu ma di cui voglio parlarvi proprio perchè (come dicevo prima) legati alla tradizione.

Sa Marrocula

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le maschere sarde e oggetti vari utili alla casa.

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E’ chiaro che non sto parlando di un artista ma di un ottimo artigiano che ha fatto del legno e della tradizione il suo gusto della vita.

Siccome Su Pinnettu e gli oggetti realizzati da Giuseppe sono situati in un bellissimo sito, contattandomi potrete visitarlo anche in mia compagnia.

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