Un viaggio nella storia dell’Asinara

L’isola dell’Asinara è un posto affascinante, unico nel suo genere, un’isola particolare ricca di storie ed avvenimenti unici, con le sue carceri ricche di storia ed avvenimenti anch’esse, i suoi asinelli, i suoi bellissimi scorci naturali, i suoi profumi, colori e l’azzurro mare che la circonda: un luogo che sono (finalmente) riuscito a visitare ed apprezzare.

Probabilmente uno degli aspetti più caratteristici che ha reso unico questo posto è stata la sua ubicazione perché nonostante sia una piccola isola molto vicina alla Sardegna, con una superficie di circa 52 km2 , le correnti marine che si creano in funzione della direzione del vento portano ad avere difficoltà di navigazione intorno ad essa.

La nostra storia avrà inizio nel 1837, un anno che segnerà la fine del lungo periodo di reggenza del Manca e l’inizio di un altrettanto lungo e (quasi) calmo periodo di pace che durerà circa 50 anni.

Buon lettura!

In quegli anni la vita sulla piccola isola dell’Asinara procedeva in modo ordinato e la popolazione locale, composta da pescatori liguri, donne e pastori locali, viveva in pace e tranquillità però, come spesso accade, l’ordine e la pace erano prossimi a morire.

Accadde che nel 1885 una grave crisi di colera portò nel caos la popolazione ed il Governo il quale dovette prendere delle drastiche decisioni per poter contrastare questa epidemia, provvedimento che ebbero delle gravi ripercussioni sull’Asinara e i suoi abitanti.

In seguito alla legge n.3183 del 28 giugno, l’isola venne espropriata dal Governo e utilizzata come luogo in cui istituire un lazzaretto (a Cala Reale) e una colonia agricola penale (a Cala d’Oliva): una decisione che, ovviamente, scatenò l’ira degli abitanti locali e complicò lo sgombero della zona.

La piccola rivolta venne placata con il trasferimento dei pastori residenti a Cala Reale in diverse aree della Sardegna mentre le 45 famiglie di pescatori residenti a Cala d’Oliva ebbero la fortuna di ottenere il territorio di fronte all’Asinara in cui, successivamente, fondarono il paese di Stintino.

Iniziarono quindi i lavori di costruzione del lazzaretto che fu denominato “Stazione Sanitaria Marittima quarantenaria” mentre la colonia agricola penale prese il nome di “Casa di lavoro all’aperto” e fu composta da due diramazioni: una a Fornelli e l’altra a Tumbarino.

L’isola dell’Asinara era ben lontana dall’essere quel posto che tutt’oggi è tanto ambito dai turisti infatti dopo gli anni in cui il colera fece da padrone si arrivò alle porte della Grande Guerra che, con il suo inizio, creò le condizioni per poter applicare delle modifiche ad alcune aree dell’Asinara.

Durante la guerra accaddero tanti eventi che rimarranno impressi nei libri di storia ma solo uno in particolare di questi era direttamente legato all’Asinara.

Siamo sul fronte serbo, nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre del 1914, centinaia di soldati austro-ungarici, messi sotto scacco dalle forze serbe, tentavano di trovare una via fuga che gli permettesse di raggiungere il ponte militare tra Belgrado e Semlino, un collegamento che gli avrebbe permesso di raggiungere la riva opposta e rimettere piede in terreno patrio.

Ogni loro tentativo fu inutile e le speranze di poter respirare l’aria di libertà andarono pian piano svanendo in quella buia notte di dicembre. Vennero fatti prigionieri e deportati all’Asinara in quelle aree in cui vennero fatte apportate delle modifiche: quei cambiamenti furono attuati con lo scopo di allestire dei campi di concentramento.

Negli anni successivi alla detenzione gli incidenti di trasporto prima e le malattie dopo decimarono i soldati i quali si ritrovarono dall’essere 23.861 nel 1915 a rimanere in circa 16.000 nel 1919, anno in cui l’Asinara finì di essere prigione militare.

Dopo la Grande Guerra l’isola restò sotto il controllo del Ministero della Marina, il Ministero della Sanità e il Ministero di Grazie e Giustizia e, nel 1937, con lo scoppio della guerra d’Etiopia, venne usata come luogo in cui “bonificare” centinaia di soldati etiopi.

Durante la Seconda guerra Mondiale l’Asinara non venne coinvolta direttamente in alcuna azione bellica e la situazione si mantenne stabile fino agli anni ’60 in cui vennero realizzate opere, quali bacini artificiali e interventi portuali, ma fu nel ’67 che si tentò di fare un passo molto importante per l’isola.

A Porto Torres venne fatto un convegno in cui si sottolineava l’importanza che avrebbe potuto avere l’Asinara nello sviluppo turistico della Sardegna, però non si arrivò ad alcuna conclusione perché arrivarono gli anni di piombo e con questi nuove decisioni sempre a discapito dell’isola.

Nel ’75 venne istituito un nuovo ordinamento carcerario che prevedeva

A causa di una decisione presa nel ’75, in cui secondo l’art. 90 del Nuovo Ordinamento carcerario si prevedeva un particolare trattamento ai terroristi reclusi, le strutture carcerarie dell’Asinara vennero usate per detenuti di particolare pericolosità come, ad esempio, Renato Curcio, Roberto Franceschini e Totò Riina giusto per nominare quelli (probabilmente) più conosciuti.

Durante questo periodo l’amministrazione di Porto Torres e la Regione Sardegna non rimasero con le mani in mano in quanto continuavano a lottare per ottenere dal demanio il controllo dell’Asinara con l’intento di volerci costituire il Parco Nazionale. Le cose cominciarono a prendere la giusta direzione nel 1991 quando, con l’ausilio di vincoli paesaggistici per il “notevole interesse pubblico” e l’applicazione di alcune leggi da parte del Parlamento e del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali sulle aree protette, venne istituto il Parco Nazionale del Golfo di Orosei, Gennargentu e (con sorpresa) dell’isola dell’Asinara.

Nel 1992 ci fu una brusca frenata all’iter di trasformazione dell’Asinara in Parco Nazionale a causa degli attentati mafiosi nei quali furono coinvolti il giudice Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

In risposta a questi due attentati, il Governo approvò l’articolo 41 bis del nuovo ordinamento carcerario nell’ambito del quale si decise di riattivare i carceri di massima sicurezza e, tra questi, quello dell’Asinara. Nell’ottobre del 1995, proprio alla vigilia della scadenza entro la quale avrebbe dovuto essere chiuso il carcere, furono trasferiti sull’isola Totò Riina e Leoluca Bagarella.

Da li a due mesi il governo approvò un’ulteriore proroga che spostava la data di chiusura del carcere di altri 4 mesi ma, nel 1997 con la Legge 344, in anticipo di due anni sull’ultima scadenza, venne istituito il Parco Nazionale dell’Asinara. Nel Gennaio del 1998 gli ultimi agenti della Polizia Penitenziaria lasciano l’isola mentre venne insediato il primo nucleo del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della regione Sarda in un simbolico cambio della guardia. Il Parco cominciò effettivamente a funzionare a metà del 1999 e nel Giugno del 2000, l’Asinara viene trasferita dal Demanio dello Stato alla regione Sardegna con l’eccezione di alcune aree che rimangano sotto controllo e responsabilità di alcuni Ministeri, come per esempio il faro di Punta Scorno e le strutture più importanti dell’area di Cala Reale.

Diventata prima “Parco Nazionale dell’Asinara” e, successivamente, “Area Marina Protetta”, l’isola dell’Asinara è fra le isole più grandi d’Italia, e porta con se un grande storia secolare ricca di avvenimenti e particolarità che la rendono unica, inoltre, insieme alla storia, singolarità della flora e della fauna arricchiscono ulteriormente i caratteri di un posto che col passare degli anni è diventata un meraviglioso piccolo angolo di paradiso. Io ho avuto la fortuna di visitarla e posso assicurare chiunque che ne vale la pena e che l’Asinara lascerà in tutti un ricordo unico ed inaspettato.

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