Figlio di un artista

Siamo finalmente giunti ad un articolo a cui avrei dovuto dare la priorità tanto tempo fa ma, come direbbe qualcuno, “meglio tardi che mai”.
Come tante persone ho un amore incondizionato per la musica e, per chi mi conosce meglio, una delle domande che più frequentemente mi vengono fatte è:

ma tu Gabob hai mai imparato a suonare qualcosa?”.

Penserete voi “dove sta il problema?”, diciamo che “chi ha il pane non ha i denti, e chi ha i denti non ha il pane”, ma andiamo per gradi che, probabilmente, sto correndo troppo velocemente.

Ho fatto articoli riguardo artisti locali e, negligentemente, non ne ho mai fatto uno su un artista particolare: mio padre.
Per quanto in molti non potranno credere alle prossime parole, sarò obbiettivo nel parlarne, senza fare eccessive esaltazioni anche se in alcuni casi sarà normale in quanto resta comunque mio padre.

E’ diplomato in organo e composizione organistica al conservatorio di Sassari e col passare degli anni è diventato un buon compositore ed insegnante musicale, un bravo musicista e, nel suo piccolo, ha gestito diverse corali parrocchiali.
È sempre stata una persona timida nel far valere le sue capacità e nonostante abbia fatto (e fa tuttora) cose molto interessanti tende molto spesso a non parlarne troppo quando invece, secondo me, dovrebbe far sapere quello che fa e curare meglio il lato “social” del suo mestiere.
Fin da piccolo sono cresciuto con la musica e un po’ come Obelix si è ritrovato immerso nella pozione magica, io mi sono trovato completamente assorto dalla musica.

Ho vagamente provato in passato ad imparare a suonare il pianoforte ma, per questo tipo di cose, la collaborazione (ed anche la pazienza) padre-figlio tende a mancare, motivo per cui alla domanda iniziale rispondo sempre: “no, nonostante abbia un padre musicista, io non so suonare una ceppa”.
Però, e mi permetto di spezzare una lancia a mio favore, ho un buon orecchio e ascolto di tutto (quindi almeno qualcosa di buono me lo ha tramandato).
Una cosa che ho sempre notato è che l’aver voluto intraprendere questo tipo di percorso non è mai stato facile anche perché, secondo me, viviamo in una nazione in cui certi mestieri non vengono valorizzati nel giusto modo.

L’ho sempre visto suonare da tutte le parti senza alcun timore e sempre a testa alta ed ogni occasione è stata un’opportunità in più per lui per farsi conoscere ma anche per crescere professionalmente.
L’ho visto fare messe nuziali o, semplicemente, accompagnare una messa, l’ho visto suonare nei matrimoni, nei pub, in ville, hotel, ristoranti, fare serate da piano bar o (come è accaduto recentemente) suonare nei centri sociali.

E qua vi ho praticamente risposto alla seconda domanda che spesso mi sento fare, e cioè: “Gabob, sei mai andato ad ascoltare tuo padre?” … ovviamente, si!
Come per ogni cosa non sono mai mancate le critiche di persone che non lo vedevano come un lavoro ma un “passatempo”, critiche che sono sempre entrate da un orecchio ed uscite dall’altro e che non lo hanno mai scoraggiato ma anzi erano motivo in più per andare avanti e migliorarsi.
È stata, quindi, una graduale crescita che lo ha visto cominciare dai bar fino ad arrivare agli hotel di Porto Cervo.

All’inizio ho accennato al fatto che lui, nel suo piccolo, gestisca e porti avanti delle corali parrocchiali. La prima è la “Corale San Paolo” del paese di Monti mentre la seconda (che però non è una corale parrocchiale), appartenente all’abitato di Oschiri, è chiamata “L’Associazione Polifonica del Piccolo Grande Coro Oschirese” e nonostante siano gestite dallo stesso maestro sono molto diverse tra loro.

La “Corale San Paolo” insieme all’altro coro, già esistente (composto esclusivamente da maschi) che è la “Confraternita San Gavino Martire”, diretta dal Maestro Deriu, accompagnano le varie cerimonie ecclesiastiche del paese.
Diversi sono stati gli eventi organizzati da mio padre o con il suo ausilio, tra cui “Il concerto di primavera” o “Il concerto di Natale” oppure a manifestazioni in cui si esibiscono più corali e in più di un occasione vengono chiamati per accompagnare messe nuziali.

L’Associazione Polifonica del Piccolo Grande Coro Oschirese” si aggiunge agli altri cori già esistenti ad Oschiri e vanta un curriculum artistico impressionante:
dal 2001, anno dell’esordio, a oggi hanno fatto ben 14 Tournée: Svizzera (2005), Argentina e Spagna (2006), Rep. Ceca (2007), Argentina e Roma (2008), Palma de Mallorca (2009), Croazia (2010), Parigi/Bologna e Istanbul (2011), Austria (2013), Val Pusteria (Alto Adige) (2014) ed infine Polonia (2015).
Quest’anno saranno presenti ad una esibizione per cori, che arriveranno da varie parti europee, a Budapest, dove presenteranno diversi brani, alcuni dei quali particolarmente interessanti come per esempio “Dolcenera“scritta da F. De Andrè ma presentata con un arrangiamento (fatto da babbo) a 5 voci miste.
Come la “Corale di San Paolo” anche il coro oschirese accompagna le messe del proprio paese o vengono chiamati per esibirsi insieme ad altre corali.

Si dice che con “l’avanzare dell’età si diventi più saggi e si impari sempre di più” e credo che questa frase si addica a mio padre e alla sua professione. Mi piacerebbe, magari con il suo aiuto in quanto io non ne ho le capacità tecniche, potervi parlare delle sue composizioni musicali e delle varie idee che continua ad avere.
Credo però di non esagerare dicendovi che mi paiono nuove e originali nonché belle (almeno per me), le idee che lui propone anche in brani tradizionali rivisitati con le 4 voci miste, brani come “Mere Manna” di P. Marras o ancora “A Diosa”, meglio conosciuta come “No potho reposare”, di Vadore Nuvoli. Comunque penso sarebbe bello poter ascoltare un giorno qualcuna di queste performance e magari poter giudicare insieme “Tu sai tutto di me”, salmo adattato alle note della Aria sulla quarta corda” di J. S. Bach o ancora “Nostra Signora di Castro” brano da lui composto nella musica e nel testo.
Ma in attesa di questo momento posso dire che questa sua voglia di fare musica e questa passione unite al desiderio di non fermarsi mai e di crescere con la consapevolezza che si può sempre migliorare ed andare avanti, sono state per me ottime motivazioni e fonte di ispirazione, e mi accompagnano sempre ricordandomi che tutte le strade possono essere percorse se c’è un buon motivo per farlo ed una passione che ti spinge ad andare avanti ad approfondire ed essere migliori.

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