Tomba dei giganti “Pascaredda”

Lunghezza: Km 7,00
Tempo di percorrenza (annesse foto e fermate per vari motivi): 3 ore A/R
Grado di difficoltà: T
Segnalato: Si, con cartelli

Come arrivarci

E’ un percorso che si collega a quello dell’ex ferrovia “Calangianus-Monti” di cui avevo parlato qualche articolo fa e, per evitare di ripetermi con voi lettori, vi invito a cliccare qui  per avere le informazioni necessarie a giungere ai vari accessi.

Per poter arrivare alle tombe è sufficiente anche passare da Calangianus e giungerci in macchina (in questo modo dovrete fare poco meno di un chilometro per arrivare alle tombe) ma per rendere più interessante il tutto ho preferito fare un qualcosa di diverso.

Io ho preferito lasciare la macchina all’area di sosta 3

mappa aree di sosta

e da qua iniziare il percorso, ma potreste incominciare anche dalla “fine del percorso” dell’ex ferrovia percorrendo un tratto di 3,5 km invece degli 8,00 km inizialmente detti.

Incominciamo la nostra escursione ed una volta percorsi 5 km circa arriveremo alla fine del percorso ferroviario e ci congiungeremo ad una strada asfaltata.

Svoltiamo a sinistra
indicaizone stradale

e da qui in poi sarà molto difficile poterci sbagliare.

Dopo pochi minuti arriveremo in prossimità di un incrocio in cui troveremo indicazioni per la “Chiesa Le Grazie” e la “Tomba dei giganti “Pascaredda””, inutile dire che proseguiremo in direzione delle tombe.

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Da qui in poi ci sta, secondo me, solo un pecca e cioè che per circa 2,5 km non avremo più indicazioni, sicuramente sarà impossibile potersi perdere in quando non bisogna svoltare da nessuna parte e basterà semplicemente proseguire per la strada imboccata precedentemente.

La sensazione che ho avuto (confermata anche da altri) è che sembra che la meta non arrivi più, in realtà basteranno 20 minuti circa di cammino per arrivare ad un secondo spiazzo.

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Abbiamo due strade e bisogna stare attenti perchè ci sta il cartello ma è nascosto da qualche albero, noi comunque dovremmo prendere la strada che sta alla nostra destra.

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Siamo quasi arrivati, giungeremo in prossimità di un fiume e alla nostra destra avremo un stradina sterrata.

7Da qui in poi percorreremo 400 m circa ed arriveremo alla tomba dei giganti.

Descrizione percorso

Semplice e rilassante ci immergeremo nel cuore verde e granitico della Sardegna.

State tranquilli che non starete mai soli in questo percorso o, perlomeno, io ho avuto sempre la fortuna di incontrare gente di tutte l’età che si facevano una semplice passeggiata con il loro animale da compagnia, oppure una semplice corsa o giro in mountain bike.

Quello che mi più mi ha colpito di questo tratto, oltre al variare dei panorami e alla vegetazione, è stato la cura che hanno avuto nel curarlo e di “attrezzarlo” con strumenti utili al fine di un migliore allenamento fisico.

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Una volta finito il percorso ferroviario ci inoltreremo ancora di più nell’aspra natura sarda, forse a causa della solennità del Monte di Deu, che chiude verso Est l’altipiano posto a settentrione del Limbara, oppure è l’incanto di quel contrasto fra il grigio rilucente del granito, il verde cupo che ne orna le pendici e i colori della piana coltivata che si stende ai piedi del monte.

Una volta lasciato l’incrocio (quello di cui vi parlavo in “come arrivarci”) ho provato la sensazione di totale isolamento dal resto del mondo ed anche se non avremo a che fare con panorami di un certo spessore, trovo sia molto bello potersi immergere in questo luogo popolato dai miei avi fin dal tempo della civiltà nuragica !

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Infatti questi luoghi racchiudono una storia millenaria che ne accrescono ancora di più il valore, l’uomo è riuscito ad insediarsi in queste zone grazie alla conformazione del paesaggio che consente il controllo del territorio fino ai valichi che aprono l’altipiano verso la Gallura orientale.

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Ho trovato molto bello il percorso che precede la tomba perchè percorriamo un antico sentiero pedonale che conduce ad un suggestivo viottolo lungo il rio Badumela, fino a varcare un ponte di legno fra gli ontani secolari cresciuti lungo gli argini del corso d’acqua.

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La valle che ospita la tomba è orlata di sugherete e si presenta alla vista come una collina per via del tumulo nella sua completezza.

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L’antica maestosità del sepolcro si legge sopratutto nella serie dei monoliti che coronano l’esedra, posti nove per parte in altezza scalare rispetto alla stele centrale. La mancanza della parte superiore di quest’ultima, sottratta nel corso dei secoli, altera di poco la monumentalità originaria per le dimensioni della porzione residua larga m 2,30. Il tumulo di terra e pietre copre completamente il corpo della tomba, lasciando attualmente in vista soltanto la serie di dodici lastroni di granito della copertura del corridoio sepolcrale, quest’ultimo inserito in un campo murario di oltre tredici metri di lunghezza.

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A circa metà del loro corso, uno spazio libero fra due lastroni diversamente sagomati può essere scambiato per una lacuna; si tratta, in realtà, del vuoto originariamente coperto da un elemento amovibile: una sorta di botola funzionale al seppellimento, che veniva spostata all’occasione e poi riposizionata e ricoperta di terra.

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Questo, particolare, unito all’uso ormai accertato della sepoltura dei defunti in deposizione primaria, ossia col corpo nella sua completezza, dà ragione anche delle dimensioni ridotte del portello posto alla base della stele centinata, quest’ultima simboleggiante la “falsa porta”.

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Esso riveste il valore simbolico di collegamento fra il mondo dei viventi e quelle dei defunti, un legame rinvigorito anche in momenti particolari dei rituali di sepoltura e di ridicolo che lo scavo ha evidenziato.

Consigli personali

E’ un luogo semplice ma meravigliosamente interessante che vale la pena vedere !

L’unico consiglio che vi posso dare e di visitarlo in periodi fuori dalla stagione estiva in modo da poter vedere il fiume con un certo quantitativo d’acqua e gli spazi circostanti il più verdeggianti possibile.

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