La miniera dell’Argentiera

 

La Sardegna è Terra di cultura, con storie fantastiche ma anche di banditismo, con potenzialità inespresse e mentalità (per fortuna) dure a cedere, ma è soprattutto la Terra dei nuraghi, delle spiagge paradisiache, dei monti, e dei luoghi che non ti aspetti che ne caratterizzano anche le persone. Tutto ciò ha prodotto una lunghissima e particolare storia che non finirà mai. A proposito di luoghi particolari oggi andremo a vedere quelle che sono le miniere dell’Argentiera.

Un’escursione nata quasi per caso ma che si è rivelata molto affascinante non solo per l’ubicazione della cittadella, incastonata in piccolo angolo di paradiso, ma per la storia che la caratterizza.

Siamo a nord di Alghero, costa occidentale della Sardegna, nel territorio della Nurra dove si erge un piccolo villaggio che nell’800 cominciò ad ospitare minatori e tecnici minerari.

Questi erano guidati della marchesa Angela Tola che, con un regio decreto, prese in concessione la ricca miniera dell’Argentiera il 22 settembre 1867.

Le risorse erano tantissime ed il lavoro non mancava, gli operai lavorano dall’alba al tramonto e, nonostante le intense orari lavorativi, il posto regalava degli scorci meravigliosi che “alleviava” le fatiche giornaliere.

Qualche anno dopo aver preso in concessione la miniera vennero a crearsi i primi problemi per la marchesa che si ritrovò a dover sostenere ingenti spese per il trasporto dei minerali e per le gallerie a serio rischio frane.

Fu così che a cavallo degli anni ’70 e ’80 fu costretta a cedere la miniera alla Compagnia Generale delle Miniere.

La nuova gestione diede nuova ninfa alla cittadella mineraria, vennero così costruite le case, peraltro umili, per i minatori, che andarono a formare un piccolo villaggio e alloggi più decorosi per i tecnici oltretutto venne realizzata una piccola laveria vicino alla spiaggia per agevolare i trasporti via mare.

Nell’ultimo decennio dell’800 la miniera ebbe un nuovo impulso, passando sotto il controllo della Società di Correboi, guidata dal Barone Andrea Podestà intestatario di altre concessioni minerarie nell’isola.

Il Barone continuò i lavori di miglioramento del villaggio: venne scavato un pozzo d’estrazione, chiamato, Podestà e finalmente la comunità poté usufruire dei servizi infermieristici e amministrativi in seguito alla costruzione dell’infermeria e degli uffici tecnici amministrativi.

Gli anni passavano ed arrivò la Grande Guerra.

Con difficoltà il villaggio di Argentiera andava avanti nonostante la produzione continuasse a rimanere stabile e non prolifica come si sperava ma, come si dice in gergo, la speranza è l’ultima a morire.

Dopo tanto tempo venne, finalmente, costruito un pontile nella rada di San Nicolò, prospiciente la laveria, che permise di trasportare il materiale estratto con l’impiego di imbarcazioni di maggiore stazza rispetto al passato e, oltretutto, vennero costruite strutture che permisero una migliore condizione di vita nel villaggio e nella miniera.

A partire dalla metà degli anni ’20 la Società di Correboi passò sotto il controllo della Pertusola che migliorò ulteriormente l’apparato, ancora troppo artigianale, tecnico della miniera e costruì la grande laveria in legno che, tutt’oggi, costituisce un raro esempio di archeologia mineraria.

I lavori si interruppero a causa della II Guerra Mondiale.

Anche se in seguito alla guerra i lavori ripresero, i giacimenti si stavano esaurendo, motivo per cui la crisi era inevitabile.

L’argentiera vide revocata la sua concessione nel 1963.

Conclusioni

Generalmente negli articoli escursionistici mi limito a spiegarvi come affrontare il percorso e le sensazioni che ho avuto io nell’affrontarlo. Forse perché avevo perso la traccia gps, forse perché volevo creare qualcosa di diverso, ho preferito raccontarvi più l’aspetto storico che quello escursionistico. Oggi il villaggio di Argentiera è abbandonato a se stesso e quelle pochissime persone che ancora lo abitano. Leggendo un po’ qua e un po’ la, mi viene detto che il villaggio era più suggestivo qualche anno fa prima che venissero fatti dei lavori di restauro.

Per quanto mi riguarda è l’ennesimo pezzo storico della Sardegna, appartenente al Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall’UNESCO non valorizzato dalla Regione con ruderi e nuove abitazioni che, convivendo in modo armonico, danno luogo ad una strana atmosfera.

Gabob, ma quindi ci sta un percorso?”

Si!”

Nonostante i vari problemi di segnalazioni e altro, il percorso ci sta, ma proprio per le sue caratteristiche ho preferito raccontare qualcosa di diverso per poi parlare prossimamente del percorso stesso e delle sue particolarità in un altro articolo.

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2 Replies to “La miniera dell’Argentiera”

  1. manicure says:

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