Artigianato sardo

La Sardegna è un isola situata al centro del mar Mediterraneo, e questa posizione geografica ha fatto sì che sin dagli albori della civiltà fosse un punto obbligato e strategico per la navigazione, tanto che l’isola è diventata molto importante come riferimento per lo scambio delle merci e nel collegamento per nuovi sbocchi commerciali. Tutto questo (insieme ad tante altre motivazioni), ha fatto della Sardegna per molto tempo, terra di conquista da parte di diverse civiltà che hanno lasciato la propria impronta nell’isola, dai Fenici ai Romani, ma anche Spagnoli e Bizantini, per non parlare poi dei Piemontesi, Pisani etc., questi popoli hanno dominato l’isola e purtroppo non sempre (anzi quasi mai), con spirito costruttivo, ma spesso con l’intento di sfruttare al massimo risorse, territorio e posizione geografica.
Infatti proprio per l’abbondanza di materie prime e di acqua, il territorio ha sempre favorito il popolamento e l’impianto di insediamenti considerevoli.
Per fortuna però e nonostante le problematiche, la Sardegna ha saputo trarre vantaggio dalle tante ricchezze, dalla propria insularità, dalla posizione strategica e dalle varie culture che la hanno plasmata.
Così i tanti artigiani che nei secoli hanno subito le influenze e le contaminazioni di quei popoli, hanno a loro volta essi stessi saputo plasmare, decorare, arricchire e modificare a seconda delle necessità, tutti quei prodotti che nel tempo sono divenuti parte integrante e attiva della cultura e dell’arte Sarda.
Questi prodotti che vanno dai tappeti alle maschere, dall’abbigliamento ai coltelli, dai monili agli oggetti preziosi, o ancora dai vasi e cesti fino a tutti gli arnesi e attrezzi utilizzati nei vari mestieri, sono lavorati con la materia prima locale.
Per la loro realizzazione viene utilizzato dal sughero, al granito oppure l’osso di cinghiale o il ginepro, il rame, l’oro etc..

Tutto questo insieme di elementi locali e storici hanno caratterizzato l’Artigianato Sardo.
Le origini dell’A. S. ci portano alla preistoria, c’è chi infatti fa risalire al periodo pre-neolitico i vasi in sughero (tuttora utilizzati dai pastori) e al neolitico le stuoie prodotte nei villaggi dei pescatori.

L’orbace (tessuto di lana) e le maschere lignee

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vengono fatti risalire all’età nuragica, mentre la meravigliosa brocca oristanese, la fiaschetta e la “scivedda” (caratteristico contenitore presente in molte cucine sarde),

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vengono accostati al periodo romano. L’influenza bizantina è presente nella tessitura con motivi orientali, quali l’albero della vita e i pavoni che si fronteggiano, le aquile e le colombe o disegni geometrici come cerchi o rombi.

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Sempre all’epoca bizantina si fanno risalire le decorazioni delle cassapanche nuziali, dei gioielli in argento e dei ricami mentre la nascita del colore nei tessuti a disegno floreale risale al 1700.

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Grazie ai numerosi popoli che hanno contaminato la civiltà sarda, l’artigianato ha assunto caratteristiche uniche, originali e creative rispetto a quelle di altre regioni italiane e tutte queste attività rielaborate nei secoli dalle abili mani dei maestri artigiani sardi offrono, ai giorni nostri, autentici tesori d’arte e bellezza.

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Presupposto fondamentale, nelle diverse forme funzionali dei manufatti, è il ricorrere costante dei medesimi motivi decorativi, quasi a sottolineare gli ideogrammi di partenza, un’alfabeto comune che sembra alludere a un patrimonio autoctono, che nell’artigianato mostra una sua peculiare persistenza. Questo linguaggio di comunicazione visiva è oggi ricalcato nei segni ma stravolto nei significati (ad esempio, la “rosetta fenicia” nella nomenclatura corrente è divenuta “fiore”, l’originario pavone “gallina” o “galletto”), ed è all’origine un linguaggio fortemente simbolico.
Infatti, contrariamente a quanto si ritiene, che cioè l’artigianato, non solo sardo, sia nato soltanto per dare risposte ad esigenze pratiche, nella sua motivazione ha spesso un’origine sacrale, aspetto non secondario nell’analisi della sua genesi (ad esempio, la rete del filet migrata dagli altari agli arredi domestici; i ricami o i tessuti dei piviali rintracciabili negli abiti tradizionali delle feste).
Comunque per dare un senso artistico in poche e semplici parole a tutto il discorso posso dire che

i caratteri fondamentali dell’artigianato sardo sono:

  1. l’essenzialità;

  2. la semplicità dell’oggettistica che da essa ne scaturisce.

Il discorso potrebbe veramente continuare a lungo, e dovrebbe essere molto ampio e profondo per toccare i vari aspetti e le mille sfaccettature legate a cultura e tradizioni sarde. Voglio precisare però che per offrire al lettore un articolo completo ed esauriente bisognerebbe essere degli esperti oltre che appassionati, io non lo sono , ma ho voluto semplicemente offrire un motivo in più per potervi magari interessare ed avvicinare un po di più a questo altro aspetto della Sardegna.

Link utili: Sughero sardo 

Archeologo sardos 

Gioielli sardi 

Lavorazione sughero 

Cultura rustica sarda 

Costumi sardi a cura di R. Carta Raspi 

Il costume tradizionale sardo. Storia, significato e tradizione 

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