Alla scoperta del territorio di Arzachena (Sassari)

 

 

Meraviglioso anello escursionistico in Località Cuncosu nel comune di Arzachena.

Il percorso è poco distante dal comune di Arzachena (Immagine 1) con una lunghezza di poco più di 8 km ed un dislivello di circa 260 m. Per avere informazioni più dettagliate sulla traccia GPS del percorso, vi lascio QUI il collegamento al mio profilo sulla piattaforma WIKILOC, da cui potrete visionare più nel dettaglio la traccia GPS e (volendo) poterla scaricare. 

Immagine 1 – Stralcio planimetrico del percorso

 
Oltrepassato Arzachena proseguiremo sulla strada statale 125 verso località Cuncosu e, in particolare, verso il ristorante “Le Theatre” punto da cui inizierà il nostro anello. In alternativa possiamo decidere di lasciare la macchina all’agriturismo “Lu Branu” ed iniziare il tracciato da suddetto punto; la scelta è personale.

Per una questione di comodità il sentiero è stato percorso in senso orario; è (quasi) sempre evidente, facilmente percorribile e (spesso) sono presenti pallini color arancio e, in assenza di essi, avrete degli “omini di pietra” che vi indicheranno la via.

La prima meta è “punta Maltinu” punto in cui è ubicata la “Sfinge della Gallura”.

L’avvicinamento alla vetta ci consentirà di visitare un’incantevole zona della Gallura in cui potremmo ammirare rocce granitiche dalle forme uniche grazie all’azione del vento che negli anni ha creato delle vere sculture naturali. 

Immagine 2 – Dovendo passare in terreni privati, massimo rispetto dei luoghi facendo attenzione a richiudere dietro di noi i cancelli aperti.

Prima di arrivare a “punta Maltinu” avremo a che fare con un paio di punti in cui sarà necessario l’ausilio della corda per poter salire; la corda è presente in entrambi i punti e le salite sono molto semplici (anche se le foto potrebbero trarre in inganno).

Immagine 3 – Primo punto con corda

L’ultimo per arrivare sopra M. Maltinu è altrettanto semplice e gli sforzi fatti per arrivarci saranno compensati da un panorama meraviglioso e dalla “Sfinge della Gallura“. 

Immagine 4 – Secondo punto con corda

Essa è una conformazione rocciosa naturale, nonostante la forma possa far credere di essere stata scolpita dalla mano dell’uomo; la Sfinge è un monolite alto circa 10 metri e lungo 15 la cui presenza è rimasta ignota per tanto tempo perché è situata su un terreno privato.

Immagine 5 – Cose da tenere a mente

La sua forma ricorda quelle egizie ma, in realtà, secondo la leggenda il viso raffigurato è quello di “zio Maltinu”, un pastore del posto che molto tempo fa, fu trovato senza vita ai piedi di questa roccia.

Immagine 6 – La sfinge della Gallura  

Secondo il racconto l’uomo, ai primi del Novecento, abitava proprio in queste montagne in un tafone (una conformazione rocciosa scavata naturalmente dal vento) però, ahimé, un giorno scomparve e poco dopo il suo corpo senza vita venne ritrovato ai piedi della Sfinge. Da allora si narra che il monolite custodisca il suo spirito che contempla la sua amata montagna. In suo ricordo la punta più alta porta il nome di “Punta di Maltinu“.

Immagine 7 – Vista panoramica Punta di Maltinu   

Oltre al fascio del monolite non può non saltare all’occhio il meraviglioso panorama che si può ammirare da questa punta.

Immagine 8 – Vista sui campi

Riprendiamo il nostro cammino lasciandoci alla spalle la “Sfinge” per immergerci nei campi verdeggianti e “granitosi”; passeremo affianco a vecchi stazzi in cui potremo bivaccare, godere della pace del posto e avremo la fortuna di imbatterci in vecchi tafoni

Immagine 9 – Nella parte posteriore è presente un tafone

La parte finale del nostro trek ci condurrà in direzione di “Monte Tundu” (in cima al quale è presente un croce) per cui vale lo stesso discorso fatto per salire in cima M.Maltinu; è presente una corda per facilitare l’ascesa di circa 5 m.

Immagine 10 – Direzione M.Tundu 

Da qui in poi si proseguirà in direzione del punto in cui è parcheggiata la nostra macchina prima, però, un’ultima tappa in cui si andrà a visitare “La Conca del bandito“. Una casetta sotto una roccia a forma di fungo, si pensa che venne usata sin dal Neolitico fino ad arrivare ai carbonai e fu inoltre rifugio occasionale per i banditi. 

Immagine 11 – Conca del bandito

Come sempre consiglio, nonostante le indicazioni precedenti, l’ausilio del GPS, onde evitare di prendere deviazioni errate.

Vi lascio QUI il collegamento al mio profilo sulla piattaforma WIKILOC, da cui potrete visionare più nel dettaglio la traccia GPS e (volendo) poterla scaricare. 

Di seguito la galleria fotografica: BUONA VISIONE !

 

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