Storia della lingua sarda

Per secoli la Sardegna è stata una terra di conquista da parte piemontesi, vandali, romani, catalani etc., e a causa di questo è stata plasmata dall’intrecciarsi di queste diverse culture !

La lingua sarda appartiene al gruppo romanzo delle lingue indie europee, è classificata come lingua romanza occidentale e dal 1997 è diventata co-ufficiale in Sardegna, subito dopo l’italiano.

Il sardo viene diviso in due gruppi:

  1. gruppo dei dialetti centro-settentrionali; logudorese che include anche la variante nuorese e barbaricina;

  2. gruppo dei dialetti centro-meridionali; il campidanese.

Da un punto di vista dialettale le due definizioni sarebbero errate perchè il dialetto cambia man mano che ci postiamo da una zona all’altra (in spazi geografici molto ristretti), ma da un punto di vista socio-linguistico e letterario il campidanese cagliaritano e il logudorese della nobiltà sassarese sono stati per secoli i due modelli linguistici principali dell’isola, dividendola in due grandi aree dialettali: Sardo Meridionale ed il Sardo Settentrionale.

Carta linguistica della Sardegna

Ogni dialetto ha delle proprie caratteristiche che lo distinguono dagli altri, ma alcune di esse rimangono confermate per i rispettivi ceppi dialettali, come l’articolo determinativo plurale ( “is ambigenere” in campidanese, sos/sas in logudorese) ed il trattamento delle vocali etimologiche latine E ed O (in logudorese) e “i”, “u” (in campidanese).

Tuttora la lingua sarda è parlata, in tutta l’isola, da un numero di persone che varia tra 1.000.000 e 1.350.000, e spesso si creano delle situazioni di diglossia in cui si parla l’italiano in ambiti formali ed il sardo quando in ambiti informali. Secondo studi effettuati nel 2006 dalla Regione Sardegna risulta che quasi un milione e mezzo di persone capiscono la lingua sarda mentre un milione è in grado di parlarla e solo grazie dell’emigrazioni avvenute da zone sardofone (principalmente logudoresi e nuoresi) a zone non sardofone si è potuto divulgare il sardo.

Nelle due varianti logudorese e campidanese, il sardo ha costituito la lingua ufficiale e nazionale dei Giudicati isolani presentando peculiarità che la distinguevano rispetto alle altre lingue. Famosi sono i due versi del XII secolo in cui il trovatore provenzale Raimbaut de Vasqueiras paragona il sardo al tedesco ed al berbero: «No t’intend plui d’un Toesco / o Sardo o Barbarì» (lett. “non ti capisco più di un tedesco / o sardo o berbero”).

Risale al 1063 il primo documento scritto in cui compaiono elementi della lingua sarda e si trattava dell’atto di donazione da parte di Barisone I di Torres indirizzato all’abate Desiderio a favore dell’abbazia di Montecassino. Altri documenti furono ritrovati, fra i più importanti abbiamo la “Carta Volgare” (1070-1080), il “Privilegio logudorese” (1080-1085), la “Donazione di Torchitorio” (1089-1103), la “seconda Carta Marsigliese”, un particolare atto tra il Vescovo di Civita Bernardo e Benedetto, gli “Statuiti Sassaresi e la “Carta de Logu”.

Nel 1409 si concluse a Sanluri una lunga fase di guerre che per anni coinvolse la Sardegna, con la vittoria dei catalani, ed a causa di questo la lingua sarda passò da una posizione primaria ad una secondaria, lasciando posto al catalano. I Gesuiti, che fondarono dei collegi a Sassari (1559), Cagliari (1564), Iglesias (1578) ed Alghero (1588), inizialmente promossero una politica linguistica a favore del sardo, salvo poi mutarla rapidamente a favore dello spagnolo.

Nonostante in questo periodo il sardo fosse comunque la lingua parlata dalla popolazione, si hanno pochi documenti scritti. Con il passare degli anni la situazione migliora bene poco, anzi nel 1624, di seguito alla riorganizzazione della monarchia da parte del Conte-Duca di Olivares, la Sardegna entra pienamente nell’orbita spagnola. Nonostante il sardo rimane la lingua prediletta dalla popolazione, lo spagnolo riesce ad incunearsi di più nella letteratura e nell’istruzione propagandosi in tutte le contrade sarde.

In seguito alla guerra di successione spagnola la Sardegna venne occupata dagli austriaci. La sovranità austriaca durò circa quattro anni perchè nel 1717 una flotta spagnola rioccupò Cagliari e nell’anno successivo (per mezzo di un trattato poi ratificato all’Aia (nel 1720) la Sardegna venne assegnata a Vittorio Emanuele II di Savoia in cambio della Sicilia, entrando a far parte dell’orbita italiana.

Durante il periodo sabaudo vari intellettuali tra cui Giovanni Spano, rimisero in discussione la questione della lingua sarda. Di questo periodo è rilevante l’opera, considerata come il primo studio sistematico della lingua sarda, del filologo Matteo Madau, “Il ripulimento della lingua sarda lavorato sopra la sua antologia colle due matrici lingue, la greca e la latina”.

A seguito della politica di espansione (del governo savoiardo) verso la penisola italiana si verificò un unione linguistica degli Stati dei Savoia con l’imposizione dell’italiano per legge nel 1760. Questo nuovo passaggio storico fu fondamentale per i sardi perchè li permise di integrarsi nell’orbita italiana, molte parole sarde vennero italianizzate ma, nonostante tutto, l’inno sardo composto da Vittorio Angius e musicato da Giovanni Gonella rimase l’inno ufficiale dell’isola e non venne sostituito dalla Marcia reale. Dal secondo dopo guerra l’italiano ebbe il sopravento su i vari dialetti, compreso quello sardo. Nelle scuole veniva insegnato l’italiano e con l’avanzare degli anni e delle tecnologia questo processo d’italianizzazione si fece sempre più forte. Non fu facile poter passare da parlare in sardo, al parlare in italiano anche tutt’oggi molte persone anziane parlano perfettamente in sardo ma hanno difficoltà ad esprimersi in italiano.

Purtroppo nelle scuole sarde non si è mai riusciti ad imporre corsi per l’insegnamento della lingua sarda e tutte le nuove generazioni hanno imparato il sardo grazie ai nonni o ai genitori.

limba sarda

In risposta ad un’ordinanza del Ministero delle Infrastrutture che ordinava a tutti i sindaci della regione di eliminare i cartelli in sardo piazzati all’ingresso dei centri abitati, un gruppo di sardi creò un iniziativa virtuale su Google Maps in cui tutti i comuni (per un mese circa) ripresero il loro nome originario in sardo (finchè lo staff di Google non ha ripristinato tutto).

google maps in sardo

Se siete interessati ad avere qualche informazione sulla grammatica sarda, cliccate qui.

Fonti: Focus 

La mia Sardegna

Sardegna e cultura 

Wikipedia

Link utili: La lingua sarda 

Le lingue dei sardi 

La “limba” proibita nella Sardegna del ‘700 

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