Storia della bandiera sarda

Una croce rossa in campo bianco inquartata con quattro teste di moro, da origine alla bandiera che rappresenta la Sardegna e di cui noi sardi siamo particolarmente fieri. E’ una delle bandiere più conosciute e famose d’Italia la quale è stata ufficializzata con la legge regionale 10, datata 15 aprile 1999. Spesso si parla di questa bandiera, tanti ne sono affascinati ma non molti ne conoscono il vero significato e valore.

Il simbolo crociato dei quattro mori è ben più antico, ed in passato le bende che ora cingono la fronte, sono state raffigurate calate sugli occhi, od inesistenti e le teste rivolte in varie direzioni, con i volti barbuti o privi di barba.

La tradizione sarda la vuole strettamente legata alla vittoriosa resistenza dei 4 Giudicati sardi, coadiuvati dalle Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, ai tentativi di conquista degli arabi, particolarmente alla spedizione di Mujahid, governatore di Denia e delle Baleari, nel 1016. Secondo la leggenda, il Papa Benedetto VIII consegnò ai pisani un gonfalone recante una croce bianca su campo rosso, al quale i sardi, dopo la definitiva cacciata degli Arabi, aggiunsero le quattro teste di moro. Nessuna documentazione storica ha mai avvalorato questa tradizione, a parte la citazione nella Cronaca del pisano Ranieri, risalente al 1450, successivamente ripresa da altri studiosi sardi.

Accanto alla tradizione sarda se ne creò una spagnola che vedeva nei 4 mori lo stemma celebrativo della vittoria riportata da Pietro I d’Aragona nella battaglia di Alcoraz

Cruz_de_Alcoraz,_1536

( vinta dagli Aragonesi contro i mori invasori che lasciarono sul campo di battaglia anche le teste coronate di quattro loro sovrani )

Pietro I

contro 4 principi arabi, nel 1096; la croce rossa, a sua volta, sarebbe stata inserita grazie all’intervento prodigioso e determinante, per le sorti della battaglia, di San Giorgio. Una variante di questa leggenda trova significato all’origine del simbolo nella vittoria ottenuta da Raimondo Berengario IV, primo re della corona unificata catalano-aragonese, contro i mori di 4 province catalane, intorno alla metà del XII secolo.

Sta di fatto che il primo documento storico in cui compaiono i 4 mori è il sigillo di Pietro II d’Aragona, detto il grande, del 1281, 16 anni prima del 1297, anno in cui Papa Bonifacio VIII infeudò il Regno di Sardegna e Corsica alla corona aragonese, per dirimere la controversia tra questa casata e gli Angiò, a seguito dei Vespri Siciliani.

sigillo

Anche i successivi sovrani aragonesi utilizzarono lo stesso soggetto, ancora privo di bende, per i loro sigilli.

Dopo che la Sardegna entra a far parte della Corona d’Aragona tali sigilli vi giungono a chiusura dei documenti dei re Giacomo II (1326), Alfonso il Benigno (1327-1336) e Pietro IV (1336-1387); alcuni esemplari sono conservati nell’Archivio storico comunale di Cagliari.
Evidentemente, quando i catalano-aragonesi iniziarono a prendere possesso dell’isola, combattendo dapprima a fianco degli Arborea contro i pisani e in seguito contro gli stessi Arborea, portarono con loro, oltre agli stemmi di Aragona (la croce appuntita) e di Catalogna (i 4 pali rossi su sfondo giallo), anche i 4 mori, considerati ormai simbolo identitario della corona aragonese. A testimonianza di ciò, lo Stemmario di stemmario_particolareGerle, catalogo manoscritto illustrante tutti gli stemmi delle case reali dell’Europa del tempo, conservato alla Biblioteca Reale di Bruxelles e risalente al 1370-1386, al foglio 62 reca i tre stemmi in primo piano, con i 4 mori in posizione centrale e definiti come stemma del Regno di Sardegna.

Alla fine del secolo, quando la Corona d’Aragona ed il regno di Castiglia si uniscono nel Regno di Spagna, fra gli stati della Corona, la Sardegna continua nell’uso dello stemma con i quattro mori mentre l’Aragona-Catalogna privilegia i pali catalani.
Lo stemma dei quattro mori identifica la Sardegna sotto il dominio di Carlo V.

Bandiera_del_Regno_di_Sardegna_nel_corte_funebre_dell'Imperatore_Carlo_V

Nel corteo funebre dell’imperatore, morto nel 1558, i quattro mori sono presenti sulla bandiera e sulla gualdrappa di un cavallo condotto a mano da nobili cavalieri. La scena si può notare in un’incisione dell’epoca, riprodotta in testi a stampa; un esemplare si trova nella Biblioteca nazionale di Parigi.
In Sardegna e su documenti sardi la prima sicura attestazione dello stemma è sul frontespizio degli atti del braccio militare del parlamento sardo, i “Capitols de Cort del Stament militar de Serdenya” stampato a Cagliari nel 1591.

L’emblema tetramorato subì numerose variazioni sul tema, nel corso dei secoli: i mori rivolti a sinistra, a destra, frontali, opposti; coronati, a capo nudo, senza bende, bendati sulla fronte, bendati sugli occhi. Sotto quell’emblema, Carlo V istituì i Terçios di Sardegna, corpi militari speciali composti interamente da sardi, che si distinsero nelle battaglie di Tunisi (1535) e Lepanto (1571) contro i turchi.

Col passaggio ai Savoia nel 1720, ai 4 mori, bendati negli occhi e rivolti a destra, venne sovrapposto lo stemma sabaudo: un’aquila con scudo rosso con croce bianca sul petto.

QUATTRO_MORI aquila

L’emblema ereditato dagli aragonesi venne utilizzato per la monetazione del Cagliarese, coniato a Cagliari. Con l’Unità d’Italia, il simbolo divenne espressione della sola Sardegna, utilizzato dalla Brigata Sassari nella Grande Guerra, nelle epiche battaglie sul Carso. Emilio Lussu, che di quelle battaglie fu il più nobile testimone letterario, finita la guerra, lo scelse come simbolo del nascente Partito Sardo d’Azione. Dal 1952, è divenuto l’emblema ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna. L’ultima revisione, datata 2005, ha fissato le bende calanti sulle fronti e le teste rivolte a destra.

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Indagando più a fondo sono rimasto sorpreso di quanto sia profonda la storia della nostra bandiera. Bende sugli occhi o senza ? Teste voltate a sinistra o a destra ? La nostra bandiera è tutto questo e nel corso dei secoli ha subito tante trasformazioni, ma ormai questo simbolo, che sentiamo come marchiato sul cuore, è diventato anima e corpo di ogni sardo.

Fonti: Albertomassazza’s Blog , Regione autonoma della Sardegna

Bibliografia: Barbara Fois, Lo stemma dei Quattro Mori, Carlo Delfino editore, 1990.

Per saperne di più: Storia della bandiera sarda 

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