Il Comune di Monti

Premessa

Monti è un piccolo paese situato alle falde della catena montuosa del Limbara, al confine tra Gallura e Logudoro, ma, nonostante la sua non grande estensione, questo piccolo paese credo abbia una storia molto interessante da raccontare e devo dire che per me è stato sorprendente scoprire quanto poco conoscevo e quanto invece esso aveva da dirmi.

Sono dell’opinione che, più importante del conoscere quello che mi circonda, sia il conoscere le origini del posto in cui vivo. Questo è un articolo che avrei dovuto fare tanto tempo fa, ancor prima di parlare di tutte le qualità che la Sardegna vanta. In un primo momento credevo di avere a che fare con un semplice articolo in cui parlavo del paesino in cui sono cresciuto, esaltandone le caratteristiche in svariati modi e mettendovi a conoscenza delle tante sfaccettature che lo caratterizzano. Procurandomi un po’ di materiale ho incominciato a leggere e ad approfondire la sua storia, e pian piano che mi immergevo nella lettura, ne sono rimasto affascinato.

Spero di potervi appassionare e far apprezzare la storia di questa piccola comunità, così come ha appassionato me: buona lettura!

Il Comune di Monti

La sua storia comincia nel secondo secolo A.C quando, per la prima volta, misero piede nel nostro territorio il popolo dei Balari. Essi erano una popolazione nuragica che viveva nel territorio dell’attuale Logudoro, confinante a sud con gli Ilienes e a nord-est con i Corsi.

Mappa balari

I Balari hanno vissuto e operato nel nostro territorio per tantissimi anni e purtroppo, la mancanza di documentazione scritta e l’assenza di reperti storici, non ci permette di essere approfonditi e precisi.

E’ però certo che i Balari siano esistiti operando anche nel territorio Montino, ma le certezze sostanzialmente finiscono qui.

Qualche piccola ricerca storica unita alla passione per l’antichità ha permesso di risalire a come essi vivevano e, grazie ad alcuni disegni fatti negli anni ’60, si è potuti avere almeno un ipotetica idea(se pur abbastanza realistica), di come i Balari potevano essere rappresentati.

balari

Non potendo fornirvi altre indicazioni e materiale, mi sposto più avanti nel tempo avvicinandomi ai nostri tempi. Vorrei precisare che attraverso gli articoli che pubblicherò sul patrono di Monti (San Gavino Martire) e su San Paolo Eremita (ed il suo santuario), potrò colmare, in maniera più precisa, parte di questo vuoto storico.

Comunque siamo giunti nel periodo che va dal XVI al XVII secolo e Monti ebbe una forte fase di spopolamento e solo nell’ottocento, dopo i primi ani ’50, si ebbe una lenta crescita. Nel 1845 il paese contava, comprese le campagne, 715 abitanti (di cui 367 maschi e 328 femmine, con totale di 172 famiglie), passando a 868 nel 1861, a 1205 nel 1881 fino ad arrivare (ed arrestarsi) a 2236 abitanti nel 1931.

Queste statistiche, se pur noiose, sono fondamentali per far capire l’evoluzione che ebbe Monti, con il passare degli anni, e le varie conseguenze che susseguirono questa crescita.

Un elemento importante di questa evoluzione paesana fu la chiesa di San Gavino Martire.

Se pur vantando le chiese di San Giovanni, San Michele, Santa Rosa e il santuario di San Paolo Eremita, la chiesa che rappresenta il Comune di Monti è quella del suo patrono San Gavino Martire.

La costruzione di questa struttura interessa un arco di tempo di 12 anni, dal ’40 al 1952, anni in cui il paese divenne un ampio cantiere a cielo aperto. L’intera popolazione partecipò alla costruzione della chiesa: da chi preparava il pranzo agli operai, chi commentava i lavori, chi invece dava una mano al trasporto del materiale, e sopratutto i lavoratori che a causa della guerra, della crisi e della fame, trovavano un occupazione retributiva.

L’antica chiesa era stata consacrata nel 1734 utilizzando (tramite autorizzazione del vescovo di Alghero e Diocesi riunite) le antiche pietre di S.Barbara, i cui ornamento figurano nel campanile attuale. Il primo ad ampliare l’antica chiesetta fu Babbai G. Matza ma, a causa dell’opposizione della provincia di Sassari, poté aggiungere solo le cappelle laterali.

Il successore di don Matza fu Mons. G. Casu che, seguendo le orme del suo predecessore, portò avanti la ristrutturazione della chiesetta. Per poter oltrepassare l’ostacolo provinciale dovette mobilitare l’Azione Cattolica che, con svariate attività, portò un valido contributo acquisendo la casa “Baronale” che era la causa dei problemi (secondo la provincia l’ampliamento della chiesa sarebbe stata di intralcio alla casa Baronale). Come scritto precedentemente il lavori durano 12 anni e tante furono le modifiche apportate all’antica chiesa. Purtroppo non ho foto relative a quegli anni e per questo motivo non posso farvi apprezzare a pieno la maestosità del progetto e dei cambiamenti effettuati, quello che posso mostrarvi è la chiesa di San Gavino Martire ai tempi d’oggi.

san gavino

Di seguito al periodo alla realizzazione della chiesa di San Gavino, ne seguì uno altrettanto importante che parte dal 1956 e si concluderà nel 1993. Questo arco di tempo, lungo 37 anni, fu fondamentale per la storia socio-politica del paese e l’esponente di spicco che ne fece parte fu Giovanni Battista Isoni.

Prima di proseguire con il nostro racconto vorrei fare chiarezza. Credo che questa sarà l’unica volta in cui tratterò un argomento politico e spero che in quel che seguirà (mi riferisco in particolare ai mie compaesani), non si creino dei fraintendimenti. Ho trovato molto difficile poter trattare questa parte storica di Monti in quanto la politica crea diverse opinioni, punti di vista, e spesso contrapposizioni, ma la mia non vuole essere una posizione politica pro o contro ma un semplice riepilogo storico dei fatti realmente accaduti.

Io avevo poco più di 7 anni e mezzo quando per Giovanni Battista Isoni si chiuse la parentesi della sua esistenza terrena, e quindi non ho potuto apprezzare personalmente il suo operato.

Come ho detto poco fa la politica crea diverse opinioni e punti di vista e in paese si erano creati due fazioni: chi sosteneva Battista Isoni e chi, invece, non amava i suoi modi di fare. Io non posso dare un parere personale in quanto non ho vissuto quel periodo però, che sia nel bene o nel male, questo signore è stato fondamentale per il nostro Comune, per la sua crescita ed il suo sviluppo.

Cito le parole di un suo caro amico che lo descrive così:

Non è mai stato un venditore di fumo perchè amava le concretezze e, questo suo modo di essere, hanno fatto di lui un politico di primissimo piano”.

La storia del nostro personaggio nasce nel lontano 1956 quando aveva iniziato il suo impegno politico nella democrazia Cristiana, partecipando al movimento dei giovani Turchi. Sempre nello stesso anno fu eletto consigliere comunale del Comune di Monti e nel 1958, in seguito alle dimissioni del sindaco Elio Meloni, ebbe il primo incarico come primo cittadino e portò a termine la legislatura. Era un uomo di carattere forte e deciso, dalle qualità politiche eccezionali e non fu difficile per lui farsi strada. A capo della lista D.C fu candidato alla carica di sindaco nel 1960 ed al termine della legislatura venne espulso dal partito.

Non si perse d’animo e si propose a capo di una lista civica con il simbolo del “Sole nascente”, stravincendo le elezioni e amministrando il paese per quasi quarant’anni.

In quel periodo Monti attraversava un brutto momento socio-economico e la prima cosa che fece Battista Isoni fu quella di sanare le falle e rendere il paese competitivo e autonomo. Si impegnò personalmente alla vita sociale del paese e, negli anni ’60, fu fra gli animatori e fondatori di quattro cooperative: San Gavino Martire, Edilizia Cococed, la ferroviaria sarda (costituita da Monti – Oschiri – Bonorva e Macomer) e la Sacces (che ha dato al paese giovani maestranze che, operando nel settore edilizio, hanno costruito opere pubbliche e private).

Negli anni in cui militò politicamente Battista Isoni sono racchiusi degli avvenimenti importanti: nacque la Cantina Sociale del Vermetino, venne inaugurato l’istituto compressivo delle scuole medie, l’anfiteatro comunale ed il campeggio comunale e, grazie anche al coinvolgimento di tutto il paese, venne costruita la chiesa di San Giovanni. Oltretutto sono rimasto impressionato dal fatto che nei sui anni abbiamo fatto tappa in paese nomi illustri della politica nazionale come: Antonio Segni, Aldo Moro, Francesco Cossiga, Antonio Gava e Giorgio Almirante.

Era una persona che amava presentare bene le cose, mirava sempre alla concretezza, alla puntualità e alla legalità e, per merito suo, Monti attraversò un periodo di crescita. Ogni operaio era stato messo nelle condizioni di costruire la propria casetta, grazie alla lottizzazione che aveva realizzato nel prato comunale e concedendo modalità di pagamento alla portata di tutti. B. Isoni non si faceva trovare impreparato neanche per quanto riguarda le opere pubbliche. Ogni volta che aveva la possibilità di accedere a dei finanziamenti, al momento della pubblicazione di questi, era già in possesso del progetto con tutta la relativa documentazione, così Monti ha potuto usufruire di una piscina comunale, di un anfiteatro, e ha potuto realizzare altre opere di utilizzo comune.

Nell’autunno del 1993 decise di porre fine alla sua carriera politica perchè, dopo anni di logorante attività e battaglie politiche, sentiva il bisogno di staccarsi da quel tenore di vita. Ai posteri toccò l’ingrato compito di rappresentarlo e portare avanti l’apparato amministrativo di questo piccolo paese che, nonostante la piccola densità abitativa, in quegli anni vantava un bilancio di circa sette miliardi di vecchie lire.

Trascorreranno pochissimi anni quando, nel 1997, accadde quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. L’autore di un importantissimo capitolo della storia di Monti chiuse la sua parentesi della sua esistenza terrena.

In seguito al periodo di Battista Isoni non c’è ne sono stati altri che hanno condizionato Monti ma altre attività e associazioni, nate anni prima, si sono confermate diventando i pilastri di questo paese.

Monti è conosciuto per il suo rinomato Vermentino da cui si produce il vino “Funtanaliras. Si occupa della produzione dei vini la “Cantina del Vermentino di Monti” con numerosi soci che confluiscono le uve alla cantina. Il vermentino di Gallura, che dopo aver ricevuto nel 1996 il più alto riconoscimento con la denominazione d’origine controllata e garantita, riveste ad oggi nel panorama sardo il più alto grado d’importanza tra i vini autoctoni.

Oltre ad essere riconosciuta per la bontà dei sui vini la Cantina Sociale di Monti è, ormai, famosa per la “sagra del Vermentino”. Quest’anno è stata la ventiduesima edizione e si svolge ogni anno la prima domenica di agosto.

Sagra-Vermentino2014

Il paese aspetta con grande gioia questa festa che ormai richiama migliaia di turisti da ogni parte d’Italia. Alle 18.30 vengono aperti i cancelli per dare inizio alla degustazione dei vini e assaggio dei prodotti tipici. Numerose sono le bancarelle allestite per la via centrale di Monti ed in contemporanea alla sagra avviene anche la “Sagra del miele e fiera del miele amaro”. La fiera creata e portata aventi dalla “Pro Loco di Monti” , si affianca, ormai da anni, alla sagra del Vermentino. L’iniziativa è volta non solo a far conoscere e premiare il miele, ma anche a rappresentare un momento di incontro e discussione tra apicoltori, studiosi e tecnici del settore.

La sagra viene animata musicalmente all’interno della cantina e nei bar circostanti, e dai vari spettacoli dei gruppi folk.

Nel corso degli anni, a Monti, si sono formati due gruppi folk:

  1. Il più “vecchio” è il gruppo folk San Paolo di Monti. Il gruppo è fondatore del “Festival del folclore internazionale di Monti” che ogni estate, generalmente nel periodo di luglio, organizza questo evento chiamando a raccolta gruppi folk sardi e di varie parti del mondo;

  2. Il più “giovane”, ma non per questo meno bravi, è il gruppo folk e tenore Balari di Monti;

Di notevole interesse nel territorio di Monti è anche il santuario campestre dell’antica Chiesa di S. Paolo Eremita del 1348. Una parte della chiesa è stata ristrutturata con una bella e semplice architettura di pietre a vista integrandosi con la struttura originaria dell’impianto che risale al XVII secolo. Presso il santuario di S. Paolo Eremita, a metà agosto si svolge una festa religiosa molto sentita. In occasione dei riti sacri un lungo e cadenzato pellegrinaggio si snoda lungo la strada che porta al santuario e che un tempo i penitenti compivano a piedi e nell’ultimo tratto sulle ginocchia.

Tra le altre curiosità si ricorda la “Pro Loco” e la parrocchia che hanno dei ruoli molto importanti.

La “Pro Loco, il cui presidente è il sig. Domenico Pes, organizza durante l’estate tantissimi eventi che rendono vivo il paese (cozze in piazza, bandiere sarde, sagra del miele e fiera del miele amaro, antica vendemmia, calici sotto le stelle, saluto al turista) e collaborano molto spesso con il Comune e la parrocchia.

La parrocchia ha un ruolo importante nel paese gestendo la “casa di riposo San Giovanni Battista” e diverse altre attività, fra cui voglio segnalare i suoi due cori, la “Confraternita di San Gavino Martire”, diretta dal maestro Carlo Deriu, e la“Corale San Paolo”, diretta dal maestro Marco Putzu, che non solo animano le messe durante l’anno, ma che partecipano attivamente ad eventi come il “Concerto di Natale”, la “Giornata folcloristica” organizzata dall’Associazione “Sos Mesureris”, della quale è presidente il sig. Mario Fiori, e ancora il biennale “Concerto di Primavera”. In tutte queste attività sono sempre presenti le realtà locali, ma si esibiscono sempre anche gruppi e realtà provenienti da diverse zone della Sardegna, e che quindi permettono scambi culturali, conoscenze e varietà.

Conclusione

Spero di avervi fatto, anche se un minimo, apprezzare e appassionare alla storia e alle tradizioni di questo piccolo paese che oggi vanta poco più di 2500 abitanti. Sò che ci sono tanti altri argomenti di cui ancora dovrò trattare e raccontare, ma per non rendere troppo lungo e pensate l’articolo ho preferito (momentaneamente) trattarli superficialmente.

Questo è il paese in cui sono nato, cresciuto e in cui spero di poter trascorrere gli ultimi anni della mia vita.

Con la speranza che la lettura sia stata di vostro gradimento, ci rivediamo al prossimo articolo.

Ringraziamenti

Sono riuscito a stilare questo articolo solo grazie a delle persone che mi hanno procurato il materiale e che hanno avuto la pazienza di sopportare me e le mie domande. Avrei preferito non fare i nomi in quanto non credo sia indispensabile, però credo che una nota di merito a zio Mario Fiori e a Giuseppe Mattioli vada riconosciuta.

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One Reply to “Il Comune di Monti”

  1. Quirico Sanna says:

    Bravissimo, un bel lavoro …..intellettualmente onesto !!!

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